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lunedì 6 marzo 2017

Specchiera del bagno Zentangle Inspired Art

La prima ad essere stata contagiata dalla mania dello Zentangle è stata mia figlia Gaia, e ha poi rapidamente diffuso il piacevole virus sia a me che a sua sorella Ilaria. Sue apparizioni in questo blog, di lavori eseguiti con questa tecnica, sono per esempio il bellissimo quadro e la cover per smartphone: ora vi mostro la specchiera del suo bagno tutta rivestita di "scarabocchi".


Le foto non sono delle migliori, a causa dello spazio ristretto e della luce artificiale obbligatoria, dato che il bagno si trova al piano seminterrato, ma si vede lo stesso che ha fatto un bel lavoro.

specchio bagno Z.I.A. 2

Questa tecnica di disegno, oltre che esteticamente piacevole, ha anche risolto il problema della mensola con la superficie rovinata da alcune macchie, senza bisogno di particolari trattamenti preventivi, dato che la decorazione, eseguita con un semplice pennarello indelebile e composta da spazi pieni e vuoti, le camuffa alla perfezione.

specchio bagno Z.I.A. 3

Ecco qua sopra l'antina dell'armadietto laterale più grande e sotto quella più piccola

specchio bagno Z.I.A. 4

Interessante anche l'effetto di simmetria dato dallo specchio stesso al disegno della mensola, qua sotto i particolari visti da vicino

specchio bagno Z.I.A. 6

specchio bagno Z.I.A. 5

specchio bagno Z.I.A. 7

Brava Gaia!

A presto. =)

P.S. Ai più osservatori non saranno sfuggiti due soggetti di precedenti post: il portasapone di tappi di sughero e la finestra dipinta con il fondo del mare, che sostituisce la tenda. Chi se li fosse persi o volesse rivederli, non deve fare altro che cliccare sui link.



venerdì 22 luglio 2016

Il nostro pond, parte 1: come abbiamo allestito l'esterno

Finalmente eccola qui, la nuova grande e confortevole casa per i nostri pesci rossi: un pond


Ho deciso di utilizzare la parola inglese "pond", perché identifica meglio il concetto rispetto a "laghetto"; quest'ultima infatti si riferisce al classico specchio d'acqua scavato nel terreno, delimitato da sassi e/o vegetazione di vario tipo, mentre quella del pond è un'idea molto più ampia e variamente interpretabile, perché si riferisce alla creazione di ambienti acquatici di varie fogge e dimensioni (molto spesso infatti si tratta di mini-pond), allestiti nei più svariati contenitori, con piante e animali acquatici, posizionabili sia in luoghi chiusi che all'aperto, su balconi, terrazzi e nei giardini anche molto piccoli, come il mio.

Nonostante la meticolosa selezione, le foto dei vari passaggi della costruzione sono rimaste comunque tante; per questo ho pensato di raggrupparle in alcuni collage, ma chi volesse vederle singolarmente e ingrandite può farlo attraverso il relativo album su Flickr.
Ho inoltre diviso l'argomento in due post-capitoli: in quello di oggi mostrerò come abbiamo allestito l'esterno, mentre nel prossimo parlerò della parte interna che, soprattutto nel caso siano presenti anche dei pesci, è molto importante perché ci sono delle condizioni da rispettare.
A questo proposito, vorrei aprire una parentesi: dato che era da molto tempo che accarezzavo l'idea di realizzare un laghetto in giardino mi sono molto documentata su internet, e ho anche creato una bacheca su Pinterest dedicata interamente a questo argomento, nella quale ho raccolto molte idee. Però spesso "molte idee" vuole anche dire "molta confusione", quindi sono stati fondamentali i preziosi consigli trovati presso un negozio specializzato in acquari (www.discusfantasy.net), che hanno saputo rispondere con disponibilità e competenza alle mie molte domande.

Ma vediamo come è fatto il nostro pond: tutto è cominciato con uno scavo nella zona del nostro piccolo giardino prescelta per ospitarlo.

2. scavo e posizionamento contenitore

Il recipiente che abbiamo utilizzato come base è un raccoglitore per l'acqua piovana, comprato per l'occasione, nonostante avessi meditato a lungo su vari tipi di contenitori di recupero. Per esempio, mi intrigava molto l'idea di utilizzare dei vecchi pneumatici da trattore o camion, ma volevo essere certa che il materiale fosse sicuro, sia per i pesci che avrebbe dovuto ospitare all'interno che per la terra circostante. Immagino quindi che un contenitore appositamente creato per raccogliere e riutilizzare l'acqua piovana in giardini e orti, non rilasci sostanze tossiche né all'esterno né all'interno.
Il nostro ha una capacità di 200 litri, misura 65 cm di diametro e 85 cm di altezza. L'abbiamo interrato solo per circa la metà, facendo attenzione a riempire bene con la terra lo spazio intorno alle pareti esterne, bagnando con l'acqua e comprimendo bene con un bastone per compattare il più possibile.

3. rivestimento parte esterna

Poi abbiamo rivestito la parte del contenitore rimasta esposta fuori terra con dei mezzi tronchetti di legno; questi hanno sia scopo decorativo che di protezione della plastica, per mitigare sia l'azione riscaldante del sole d'estate che quella del gelo in inverno. Sotto ai tronchetti abbiamo posizionato dei sassi piatti di serizzo (avanzati anni fa dalla costruzione del camino) per non metterli direttamente a contatto con la terra, rimandando in questo modo il loro deperimento.
Dove si interrompe il giro di mezzi tronchetti abbiamo sistemato un grosso e bizzarro legno, recuperato un paio d'anni nella buzza, ossia l'insieme di piccoli legnetti e grossi tronchi che si accumula sulla superficie del lago in seguito a periodi di forti piogge e che pian piano vengono sospinti e depositati sulle spiagge. L'avevo preso perché mi ispirava... e finalmente ha trovato il suo scopo.
Attorno al simpatico pezzo di legno abbiamo posto alcuni sassi recuperati in diverse spedizioni al fiume, intraprese proprio per scovare gli esemplari giusti, ognuno dei quali scelto avendo bene in mente dove sarebbe andato a posizionarsi.
La "coda" di sassi che si vede nella foto in basso a destra del collage qua sopra, serve per coprire e riparare il filo elettrico della pompa sommersa da mani e zampe indiscrete e soprattutto dall'azione del decespugliatore.

4. movimento acqua

Ed ecco a cosa serve la pompa sommersa di cui parlavo: prima di tutto a filtrare l'acqua per mantenerla pulita, e allo stesso tempo a creare dei giochi d'acqua, che non sono solo decorativi.... come vedremo nel prossimo post.
Il meccanismo della fontanella centrale è un accessorio della pompa stessa, mentre la cascatella laterale è opzionale e si può realizzare a proprio piacimento.

5. foratura bottiglia per cascata laterale

Noi abbiamo scelto di ri-utilizzare una bottiglia di vetro a forma di ampolla, ex confezione di una grappa. Ovviamente è stato necessario forarla e per farlo Luca ha usato un piccolo trapano per hobbystica, procedendo molto lentamente e avendo cura di mantenere bagnati sia la punta del trapanino che il vetro stesso, per evitare dannosi surriscaldamenti.
Nonostante le accortezze, dopo un po' lo spesso vetro del fondo della bottiglia ha iniziato a creparsi, perciò non è stato possibile raggiungere il diametro del foro necessario ad introdurvi il tubo di gomma che collega la bottiglia alla pompa.

6. fissaggio bottiglia per cascata laterale

Abbiamo allora aggirato il problema collegandovi un pezzo di plastica ricavato da un piccolo imbuto inutilizzato e legato con un segmento di fil di ferro annodato.
Infine abbiamo fissato la bottiglia al tronco di legno mediante un gancio a vite.

7. posizionamento tubo per cascata laterale

Nella foto qua sopra si vede il sistema con il quale abbiamo installato il tubo di gomma: con un coltello appuntito e affilato abbiamo creato un foro nella parte superiore del contenitore di plastica, vi abbiamo fatto passare il tubo collegato alla pompa, abbiamo fatto girare quest'ultimo esternamente attorno al tronco e poi l'abbiamo inserito nel fondo della bottiglia. Una volta posizionati i sassi di fiume, il tubo resta quasi interamente nascosto.

Il lavoro strutturale/decorativo esterno è praticamente finito...

8. ombreggiare quando fa caldo

...non resta che posizionare un ombrellone per ombreggiare lo specchio d'acqua nelle ore più calde del periodo estivo...

9. pescatore i fil di ferro e plastica

...e uno strano personaggio appollaiato sul tronco di legno, che fa (rigorosamente) finta di pescare. Il pescatore è modellato a mano, con una struttura di fil di ferro zincato; me lo immaginavo interamente fatto di ferro, ma in quel modo non era molto visibile e si mimetizzava troppo nell'ambiente circostante. Allora per il corpo ho pensato di usare un ritaglio di plastica bianca, ricavato da un flacone di shampoo, l'ho forato lungo il bordo con l'attrezzo che si usa per forare le cinture, e l'ho "cucito" alla struttura di metallo con del fil di ferro sottile.
La canna da pesca è fatta con un rametto proveniente dalla potatura del pero (il cui tronco si vede sullo sfondo) e la lenza è un pezzo di spago dal quale penzola un piccolo amo di fil di ferro.

Al prossimo post, con la descrizione dell'allestimento interno. =)


venerdì 10 giugno 2016

Barattolo di vetro di recupero "abitato" da pesci dipinti su vetro + "INIZIATIVE IN CORSO" #34

Queste sono per me giornate di intenso decluttering... da portare a termine prima che cominci l'intenso lavoro estivo e non abbia più tempo ed energie a disposizione. Mi sto persino sforzando di BUTTARE via diverse cose accumulate nel tempo; non è facile per me questa operazione, convinta come sono che qualsiasi cosa possa avere una seconda vita, e anche una terza, una quarta... e così via... non si sa mai.
Ma allo stesso tempo, ho anche una gran voglia di fare spazio, di rinfrescare, di pulire a fondo, di spostare mobili da una parte all'altra della casa; quest'ultimo accorgimento mi consente l'impressione di avere cose e ambienti sempre nuovi... a costo zero.

Questo barattolo di vetro, riscoperto in occasione di questi grandi spostamenti e pulizie, è stato salvato, ripulito e rimesso in funzione.


Si tratta di un semplice barattolo di recupero, che conteneva non so più quale alimento, e che ho dipinto diversi anni fa con i colori per vetro, tracciando prima le linee del disegno con la pasta a rilievo nera e poi riempiendo le diverse campiture con i colori liquidi trasparenti.

barattolo pesci 2

Questa tecnica è divertente e alla portata di tutti, anche per chi ha poca dimestichezza con il disegno e la pittura in generale; il disegno può essere infatti ricalcato da una fotocopia che si può porre sotto il vetro (nel caso del barattolo si inserisce il foglio al suo interno e si fissa con un pezzo di nastro adesivo), mentre la pittura richiede l'unica accortezza di non passare più di una volta con il pennello sulla stessa zona per evitare che lasci i segni delle setole, ma non presenta altre difficoltà perché i colori in genere si stendono in modo che risultino piatti e senza sfumature.

Il barattolo "abitato" è collocato su una mensola nel "bagno dei pesci", in compagnia di altri complementi a tema "fondo del mare", come per esempio il mobiletto acquario e la finestra/vetrata dipinta... che può anche fare a meno della tenda.

**************

E infine, è il turno della trentaquattresima puntata del

decoriciclo

nel quale chiunque lo desideri può condividere le iniziative virtuali
in corso nei propri blog, 
ma anche le iniziative reali che vuole pubblicizzare.

Non ci sono regole né vincoli e non bisogna essere necessariamente
follower di questo blog.

Dato che questa raccolta si rinnova ogni 15 giorni,
(sempre di venerdì)
tutti i partecipanti possono riproporre ad ogni appuntamento
le proprie iniziative periodiche,
come per esempio le rubriche dei propri blog,
quelle sempre in vigore come le community a tema,
o quelle ancora attive nel lasso di tempo di riferimento,
ad esempio i linky party o i giveaway ancora aperti.

La frequenza quindicinale di questa raccolta serve infatti
a far sì che le proposte inserite siano sempre aggiornate 
ed effettivamente in corso.
Questa puntata inizia oggi e terminerà il 23 giugno,
per rinnovarsi il giorno dopo...
...almeno, credo...
perché ho in mente qualche variazione per il periodo estivo.

Dato che per me si tratta di un periodo con pochissimo tempo
a disposizione per il mio e per i blog che seguo,
sto meditando di:
A. sospendere questo linky party fino a settembre,
come del resto ho involontariamente fatto l'anno scorso, oppure di
B. fare un'unica lunga puntata a partire dalla fine 
di giugno fino ai primi di settembre.

Si accettano consigli in merito e ringrazio anticipatamente
chiunque voglia esprimere la propria opinione.

Come sempre, altre informazioni su tutto ciò che riguarda questa raccolta,
si trovano nella

A presto! =)

P.S. A proposito di iniziative in corso,
il 21 giugno si chiuderà


una raccolta che è super-stra-ricchissima di idee e progetti fioriti,
per i quali ringrazio davvero di cuore tutti i partecipanti e
mi scuso con loro se sono un po' in ritardo con le visite e le condivisioni
nella bacheca di Pinterest.
Pian piano arriverò da tutti, e consiglio a tutti di dare un'occhiata
perché i post meritano davvero.
Ci sono ancora poco più di 10 giorni per aggiungere nuovi link,
ma la raccolta sarà sempre visibile e consultabile
in questo post e nella pagina dedicata.




Questo post partecipa a:




mercoledì 27 aprile 2016

Recupero di un vaso rotto di terracotta con un mosaico di recupero; tutorial fotografico passo passo

Nell'ultimo post avevo accennato al fatto che sono alle prese con alcuni lavori lunghi. Quello che mostro oggi è uno di questi: un vaso di terracotta rotto (in più punti) che ho recuperato riciclando pezzi di piastrelle e di stoviglie rotte, molte delle quali trovate sulla spiaggia del lago, come quelle della campana a vento di qualche post fa.


Non è la prima volta che mi cimento con questo tipo di lavoro; anni fa ho imparato la tecnica di base del mosaico grazie ad un manuale ("MOSAICI" di Elaine M.Goodwin, ed. DeAgostini, collana "Idee per creare") e il mio primo "prodotto" è stato il tavolino trovato in discarica, il secondo la fontana da giardino e poi... e poi mi sono fermata, fino ad ora. 
Il motivo è che si tratta di un lavoro piuttosto lungo, per il quale è preferibile (anche se non indispensabile) avere uno spazio dedicato da poter sporcare in libertà e nel quale poter lasciare il lavoro "apparecchiato" fino al suo completamento. Ecco perché preferisco dedicarmici nella bella stagione e all'aperto... ma bisogna contemporaneamente avere il tempo e l'ispirazione necessaria... elementi che non sempre coincidono.
Comunque, questa rara combinazione astrale si è finalmente ripetuta e questa volta ho anche fotografato le varie fasi della lavorazione, se qualcuno volesse provare questa gratificante, versatile ed antica tecnica.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 2

Per il mosaico classico ci sono un'infinità di tipi di tessere che si possono acquistare già pronte; io però preferisco usare (come sempre) materiali di recupero, anche se presentano la difficoltà di non avere spessori e consistenze uguali. Ma in questo caso, questo aspetto mi è tornato persino utile.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 3

Infatti, il mio vaso presentava  delle profonde crepe e scheggiature; così ho cominciato proprio da quei punti ad incollare i cocci più spessi. In generale, per incollare le tessere da mosaico, si possono usare diversi tipi di colla, da quella vinilica a quella tipo "attacca-tutto", fino a quelle cosiddette "di montaggio".
Per i mosaici su superfici piane vanno benissimo le prime due, mentre per quelli su superfici curve e/o tridimensionali (come quella del vaso in questione) sono più indicate le ultime perché hanno una presa con effetto "a ventosa", che mantiene in posizione la tessera pur rimanendo riposizionabile per qualche minuto.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 4

Per tagliare e sagomare le tessere, in modo da adattarle allo spazio da ricoprire, si può usare una tenaglia o, meglio ancora, la pinza per mosaico (che io però non ho mai trovato), ovvero una sorta di tenaglia con un molla tra i manici. In entrambi i casi... seguite il consiglio della foto qua sopra. ;)

vaso terracotta con mosaico ricicloso 5

Bisogna ricoprire tutta la superficie incollando le tessere, senza preoccuparsi troppo se si vede la colla tra una e l'altra, tanto poi le fughe verranno riempite con la malta. Per questa operazione bisogna attendere che la colla sia completamente asciutta, cioè almeno qualche ora, ma leggete le indicazioni riportate sulla confezione.
Le tessere si possono disporre in modo regolare, tagliandole in forme e grandezze simili, soprattutto se si intende comporre un disegno o una geometria; oppure si possono accostare in modo irregolare se, come in questo caso, lo scopo principale è quello di riciclare materiali di recupero e creare un semplice accostamento di forme, colori e fantasie diverse.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 6

Una volta che la colla si è completamente asciugata, si passa a stuccare le fughe, cioè gli spazi tra una tessera e l'altra; più saranno distanziate e più si avranno fughe di larghezza maggiore, e viceversa.
Bisogna preparare una malta seguendo le proporzioni indicate nella foto qua sopra; in una ciotola si mescolano tra loro prima i due ingredienti secchi, a parte si prepara la miscela di acqua e colla vinilica, e poi la si versa nella polvere di sabbia e cemento impastando velocemente con una cazzuola, oppure con le mani protette dai guanti. La colla vinilica è indispensabile per far sì che la malta aderisca su superfici alle quali normalmente il cemento non si attacca, come per esempio il legno.
Ovviamente, per tutte queste operazioni, è meglio utilizzare recipienti e strumenti da dedicare solo a lavori creativi, oppure usa&getta.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 7

La malta ottenuta deve avere una consistenza piuttosto densa; se fosse troppo liquida potrebbe creparsi in fase di asciugatura, ma se fosse troppo dura farebbe fatica a riempire profondamente le fessure tra i cocci.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 8

Per mosaici su superfici piane la malta può essere stesa con strumenti come spatole o tergi-vetro; per oggetti tridimensionali e soprattutto con tessere di spessori diversi, è meglio applicarla direttamente con le mani protette dai guanti, spalmandola su tutta la superficie, "massaggiando" bene e insistendo sulle fughe per farla penetrare in profondità.
Una volta ricoperta tutta la superficie, bisogna cercare di rimuovere l'eccesso di malta in corrispondenza delle tessere e di livellare il più possibile le asperità tra una e l'altra, soprattutto in caso di cocci con spessori diversi.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 9

A questo punto, la parte più lunga del lavoro è conclusa; bisogna aspettare i tempi necessari per la completa asciugatura della malta, che deve avvenire lentamente per evitare eventuali crepe. Per questo motivo si lascia riposare il mosaico coperto da un foglio di plastica (io ho usato un sacco della spazzatura) per 3-4 giorni.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 10

Trascorso questo tempo, si può scoprire il lavoro e lasciare ancora a riposo per altri 1-2 giorni. Si presenterà però con le tessere velate da una patina di cemento, come si vede nella foto qua sopra.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 11

Per rimuoverla, bisogna spennellare tutta la superficie con una soluzione di acqua e acido cloridrico molto diluita, preparata seguendo le dosi indicate nella foto qua sopra. Il pennello appare rosso perché è vecchio e usato per precedenti lavori, ma la soluzione è completamente trasparente.
E' bene ricordare le seguenti precauzioni di impiego:
- proteggere il piano di lavoro, le mani, gli occhi e gli abiti,
- usare strumenti e recipienti usa&getta o dedicati esclusivamente a lavori di bricolage,
- eliminare immediatamente eventuali residui della soluzione,
- ripulire subito dopo l'uso strumenti, recipienti e piano di lavoro.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 12

La soluzione per la pulitura del mosaico ha un effetto blandamente effervescente che scioglie la patina di cemento; può essere necessario però agire anche meccanicamente strofinando una spugnetta abrasiva (da usare solo per questi lavori), soprattutto in caso di superfici ruvide ed irregolari, come nel caso dei miei cocci riciclati.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 13

Una volta ripulito il mosaico, è necessario sciacquarlo molto bene con abbondante acqua corrente in modo da eliminare completamente qualsiasi residuo della soluzione di pulitura.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 14

E finalmente il lavoro è terminato; la cosa bella è che il mosaico ha una lunga durata, è resistente, è adatto sia per ambienti interni che esterni, e non ha bisogno di particolari manutenzioni e cautele.

Io userò questo vaso come piedistallo di un altro vaso, e per questo motivo l'ho fotografato sempre in posizione capovolta e non mi sono preoccupata troppo di rifinire in modo più preciso i bordi. Ma i bordi sono il punto più delicato di qualsiasi mosaico, quindi è bene porre attenzione a compattare e livellare bene la malta, soprattutto se il vaso decorato in questo modo sarà soggetto a spostamenti frequenti o se semplicemente avrà i bordi in bella vista.

Allora, vi è venuta voglia di provare?
A presto! =)



martedì 19 aprile 2016

La terza vita di un povero tavolino abbandonato, e breve storia delle precedenti

C'era una volta, taaaaanti anni fa (non si sa quanti, ma di sicuro tanti), un anonimo tavolino bianco di plastica, di quelli che si usano nei déhors dei bar e dei ristoranti. Dopo anni di (immagino) onorato servizio, dopo essere stato esposto alla forza deleteria degli elementi e all'usura del lavoro, il poverino si ritrovò con il piano tutto scolorito e rovinato. Pur avendo la struttura ancora solida e robusta, una sera di una quindicina di anni fa venne abbandonato al di fuori del locale, insieme ad altri sfortunati rifiuti ingombranti, per essere prelevato e portato in discarica il mattino seguente.
Nottetempo passò da quelle parti una riciclatrice in erba, lo adocchiò immediatamente notando le sue potenzialità non ancora esaurite. Se lo portò a casa e si mise all'opera, armata di abbondante colla vinilica e carta di giornale, e lo rivestì interamente con il découpage.

Purtroppo non rimane testimonianza fotografica della prima anonima e bianca vita di questo prode tavolino, ma alla fine della seconda era così come si vede nella foto qua sotto.... ma si può soltanto immaginare lo splendore del suo nuovo (all'epoca) "vestitino quotidiano":


Non bastava che, nonostante la lunga e laboriosa ristrutturazione, fosse stato di nuovo impietosamente esposto alle intemperie e trattato con poca cura, ma gli toccò subire un ulteriore grave sfregio. Fu così che, una domenica dello scorso autunno, a tre furbacchioni di mia conoscenza venne l'idea di fare le caldarroste; e "cosa c'entra?!?" direte voi... "c'entra eccome!!!" dico io... perché, dato che quel giorno pioveva, invece di posizionare il braciere con la legna dentro al barbecue in muratura situato in giardino, decisero di appoggiarlo sul povero bistrattato tavolino... per rimanere (loro) riparati dalla pioggia sotto il balcone. E il risultato fu questo:

tavolino tappi di sughero 3

Tavolino fuso, sciolto, bucato... praticamente inservibile... oltre che orrendo. La voce unanime dei tre di cui sopra fu "Buttiamolo!" e io "Giammai!". Dopo essere stato pietosamente coperto per qualche mese, in attesa dell'idea e dell'ispirazione al fine di trovare una adeguata soluzione, ecco come l'ho recuperato e fatto rinascere alla sua terza vita.

tavolino tappi di sughero 4

Ho grossolanamente tappato la voragine con un pezzo di una tovaglietta americana avanzata da un precedente lavoro, incollandola con la colla a caldo.

tavolino tappi di sughero 5

Ho steso un'altrettanto grossolana mano di fondo bianco, solo per uniformare il colore della base perché non spiccasse l'arancione della toppa, e ho cominciato ad incollare mezzi tappi di sughero, di bottiglie, bottiglioni e damigiane. Fino ad ottenere questo:

tavolino tappi di sughero 6

E, non contenta, ho continuato con questo:

tavolino tappi di sughero 10

Praticamente, l'ho rivestito completamente di tappi di sughero.


Il tavolino è soddisfatto del suo nuovo rustico vestito... e io di questo lungo lavoro appena finito.

Dato che questo post è venuto molto più lungo del mio standard... mi fermo qui; ma chi lo desidera può vedere altre foto dei particolari nel mio Flickr.

A presto! =)

P.S. il mobiletto di legno che si intravede sullo sfondo,
appena restaurato e munito di tendina super riciclosa,
è il protagonista del post precedente: chi se lo fosse perso... può cliccare QUI.


domenica 17 aprile 2016

Nuovo look per un vecchio mobile

Più che di un rifacimento vero e proprio del look, si tratta di una semplice rinfrescata. L'oggetto del trattamento è un vecchio mobile, il primo che io e mio marito abbiamo acquistato all'inizio della nostra vita insieme. Ha anche un nome/soprannome: è sempre stato chiamato "il cammello", in riferimento all'italianizzazione del suo quasi impronunciabile nome svedese. 


Peccato che fosse un mobile porta-televisione... che non è però stato usato per la sua funzione specifica; appena l'abbiamo portato a casa e montato, ci siamo infatti subito resi conto che non c'era posto per lui nel luogo in cui l'avevamo immaginato.
Così è stato impiegato per altri usi, fino a qualche tempo dopo, in cui ha finalmente svolto il lavoro per cui era nato, nella nuova casa; ma solo per un breve periodo... poi è stato relegato all'esterno, a custodire i giochi da giardino (racchette varie, pattini a rotelle, ecc...) in una posizione riparata ma pur sempre esposta alle intemperie.

Questo resoconto della sua vita ventennale, serve per spiegare come mai si fosse così tanto rovinato; il piano superiore era infatti tutto scolorito, macchiato e ammaccato... come si vede nella prima foto qua sotto:

mobile cammello 2

Abbiamo dunque provveduto al più veloce dei recuperi: una bella carteggiata, indispensabile per togliere i residui della verniciatura originaria e le macchie penetrate nella superficie, e una bella passata di cera neutra sul legno tornato di nuovo grezzo.

mobile cammello 3

Io sono una grande sostenitrice della cera semi-solida usata come finitura al posto della vernice trasparente, e l'avevo utilizzata anche per la cassa di legno porta-bomboniere.
Mi piace usarla perché è veloce da stendere; basta uno straccio qualsiasi per spalmarla seguendo il senso delle fibre del legno e un panno (meglio se di lana) per lucidare strofinando in senso circolare.
Ma la caratteristica più pratica è che non è necessario attendere tempi di asciugatura, se non qualche minuto per far sì che la cera penetri bene.
Inoltre, il legno così trattato, è perfettamente liscio al tatto, protetto dagli agenti atmosferici e dalla polvere, ma allo stesso tempo traspirante; assume inoltre una gradevole tonalità leggermente più intensa di quella di partenza e vengono esaltate le naturali venature. Inoltre ha un intenso e persistente profumo di pulito.
Si può usare sia su legno grezzo, che su legno trattato con impregnanti; a me piace usare quella di colore neutro, ma esiste anche in varie tonalità che riprendono le essenze dei vari tipi di legno.

Come dicevo all'inizio del post, l'attuale destinazione d'uso del nostro "cammello" è quella di contenere i giochi da giardino; il che significa che è... sempre in disordine. Per questo motivo ho aggiunto una tendina nella parte inferiore, lasciando libero il cassetto centrale perché possa essere utilizzato.

mobile cammello 4

La cosa che mi soddisfa maggiormente di questo accessorio è che è composto totalmente da materiali di recupero.
La stoffa era quella di alcuni copri-divano, che ho usato anche per la cornice etnica e per il retro dei "quadri animati" di carnevale.
Il bastone di bambù era quello di un retino rotto.
E infine ho usato le molle delle mollette da bucato in una duplice funzione: sia come sostegno del bastone, con un chiodo passante nella spirale di metallo e conficcato nel mobile, sia come anelli porta-tenda, in abbinamento alle pinzette con gancetto, rimaste sprovviste degli anelli veri e propri ai quali erano associate.

Ora, il "cammello" porta ancora qualche segno del tempo passato, ma fa parte del suo fascino e della sua storia, e la tendina non ci convincerà a tenerlo in ordine... ma almeno nasconderà il disordine.

A presto! =)


venerdì 1 aprile 2016

Recupero di una cerniera rotta + "INIZIATIVE IN CORSO" #29

La cerniera in questione è quella della mia "divisa" invernale, cioè il giaccone imbottito che uso praticamente sempre per tutto l'inverno da molti anni. Si tratta forse del mio migliore investimento riguardo al vestiario; l'ho pagato "ben" 5 Euro circa una dozzina di anni fa e non potevo certo rottamarlo per una bazzeccola del genere, dato che tra l'altro è comodissimo e ci sono affezionata.


Oltre al fatto che era già un po' scolorito, il cursore superiore della zip ha recentemente completamente perso l'"impugnatura". Ho anche provato ad usarlo senza, ma è del "tipo intelligente" perché si riesce a tirarlo su, ma ha il blocco per non farlo scendere involontariamente. Serviva quindi per forza un appiglio per poterlo manovrare.


Per il momento ho risolto con: un anellino di metallo da bigiotteria, un pezzettino di spago, una molla riciclata dalle mollette da bucato e una perla di legno grezzo. Il tutto moltiplicato per due, perché già che c'ero ho modificato anche il secondo cursore.

Chissà se il mio comodissimo giaccone durerà un'altra dozzina di anni... ;)

*********

Oggi parte la ventinovesima puntata del 

decoriciclo

nel quale chiunque lo desideri può condividere le iniziative virtuali
che organizza nel proprio blog,
ma anche quelle reali che ha piacere di pubblicizzare.

Maggiori informazioni sulla raccolta, compresi
le istruzioni passo-passo per sapere come fare per inserire i propri link
e il codice html per condividere il banner,
si trovano nella

PAGINA DEDICATA,

dalla quale si può anche accedere alle puntate precedenti
con tante occasioni da non perdere ancora in corso.

A presto! =)






mercoledì 30 marzo 2016

Da cassetta di legno a vassoio con tappi di sughero + SWAPASQUA 2016

Interrompo un attimo la sfilata di cestini di spago e cotone perché negli ultimi tempi questo blog sta diventando un po' monotematico, ma non sono finiti... che si sappia... =)))


Negli  ultimi tempi, oltre ad "uncinettare inglobando", mi sono anche divertita a rivestire questa cassettina di legno, ex confezione delle fragole, con mezzi tappi di sughero.

cassetta fragole con tappi di sughero 2

Ho incollato (con la colla a caldo) i tappi sia all'interno che all'esterno della cassetta; per il fondo ho usato uno schema irregolare, fatta eccezione per la zona perimetrale che presentava il problema degli angoli non retti.

cassetta fragole con tappi di sughero 3

Ho risolto la questione sagomando i tappi come si vede nella foto qua sopra.

cassetta fragole con tappi di sughero 4

Adesso, l'umile contenitore da imballaggio, sarà usato come piccolo e rustico vassoio; il vantaggio, a differenza dei normali vassoi, è che con questo rivestimento di tappi di sughero vi si possono appoggiare direttamente anche oggetti caldi, come per esempio teiere e caffettiere

********

Infine, anche se Pasqua è passata, voglio mostrare ciò che ho spedito
e ricevuto in occasione del


organizzato da Fiore nel suo blog.

La particolarità di questo Swap è che ciascuno dei partecipanti sapeva 
a chi spedire ma non da chi avrebbe ricevuto.
Il cosa invece, come in tutti gli scambi di questo genere, è sempre una sorpresa.


Io ho inviato a Barbara del blog Dammi2manipercreare
la mia campanella di tappi di sughero, da usare sia come
sotto-pentola che come decorazione da parete.


Ed ecco cosa ho ricevuto da Amelia - Maestra Ami, creatrice di fantasiosi, allegri 
e coloratissimi disegni.


Grazie a Fiore per aver organizzato questa bella iniziativa
e a tutti i partecipanti che aderiscono sempre con tanto entusiasmo.

A presto! =)


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