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martedì 19 aprile 2016

La terza vita di un povero tavolino abbandonato, e breve storia delle precedenti

C'era una volta, taaaaanti anni fa (non si sa quanti, ma di sicuro tanti), un anonimo tavolino bianco di plastica, di quelli che si usano nei déhors dei bar e dei ristoranti. Dopo anni di (immagino) onorato servizio, dopo essere stato esposto alla forza deleteria degli elementi e all'usura del lavoro, il poverino si ritrovò con il piano tutto scolorito e rovinato. Pur avendo la struttura ancora solida e robusta, una sera di una quindicina di anni fa venne abbandonato al di fuori del locale, insieme ad altri sfortunati rifiuti ingombranti, per essere prelevato e portato in discarica il mattino seguente.
Nottetempo passò da quelle parti una riciclatrice in erba, lo adocchiò immediatamente notando le sue potenzialità non ancora esaurite. Se lo portò a casa e si mise all'opera, armata di abbondante colla vinilica e carta di giornale, e lo rivestì interamente con il découpage.

Purtroppo non rimane testimonianza fotografica della prima anonima e bianca vita di questo prode tavolino, ma alla fine della seconda era così come si vede nella foto qua sotto.... ma si può soltanto immaginare lo splendore del suo nuovo (all'epoca) "vestitino quotidiano":


Non bastava che, nonostante la lunga e laboriosa ristrutturazione, fosse stato di nuovo impietosamente esposto alle intemperie e trattato con poca cura, ma gli toccò subire un ulteriore grave sfregio. Fu così che, una domenica dello scorso autunno, a tre furbacchioni di mia conoscenza venne l'idea di fare le caldarroste; e "cosa c'entra?!?" direte voi... "c'entra eccome!!!" dico io... perché, dato che quel giorno pioveva, invece di posizionare il braciere con la legna dentro al barbecue in muratura situato in giardino, decisero di appoggiarlo sul povero bistrattato tavolino... per rimanere (loro) riparati dalla pioggia sotto il balcone. E il risultato fu questo:

tavolino tappi di sughero 3

Tavolino fuso, sciolto, bucato... praticamente inservibile... oltre che orrendo. La voce unanime dei tre di cui sopra fu "Buttiamolo!" e io "Giammai!". Dopo essere stato pietosamente coperto per qualche mese, in attesa dell'idea e dell'ispirazione al fine di trovare una adeguata soluzione, ecco come l'ho recuperato e fatto rinascere alla sua terza vita.

tavolino tappi di sughero 4

Ho grossolanamente tappato la voragine con un pezzo di una tovaglietta americana avanzata da un precedente lavoro, incollandola con la colla a caldo.

tavolino tappi di sughero 5

Ho steso un'altrettanto grossolana mano di fondo bianco, solo per uniformare il colore della base perché non spiccasse l'arancione della toppa, e ho cominciato ad incollare mezzi tappi di sughero, di bottiglie, bottiglioni e damigiane. Fino ad ottenere questo:

tavolino tappi di sughero 6

E, non contenta, ho continuato con questo:

tavolino tappi di sughero 10

Praticamente, l'ho rivestito completamente di tappi di sughero.


Il tavolino è soddisfatto del suo nuovo rustico vestito... e io di questo lungo lavoro appena finito.

Dato che questo post è venuto molto più lungo del mio standard... mi fermo qui; ma chi lo desidera può vedere altre foto dei particolari nel mio Flickr.

A presto! =)

P.S. il mobiletto di legno che si intravede sullo sfondo,
appena restaurato e munito di tendina super riciclosa,
è il protagonista del post precedente: chi se lo fosse perso... può cliccare QUI.


venerdì 19 febbraio 2016

Tavolino "abitato" + "INIZIATIVE IN CORSO" #26

Le foto sono alquanto pessime, fatte diversi anni fa con il flash, molto prima che l'eventualità di pubblicarle in un blog sfiorasse i miei pensieri. E non le posso rifare, perché il tavolino non è più decorato in questo modo ma in tutt'altra maniera. Questi sono i motivi per i quali ho atteso fino ad ora per farne un post, ma l'idea era carina, sebbene sia naufragata in un clamoroso insuccesso causato da un errore di procedura.


L'idea di partenza era quella di decorarlo, con un misto di pittura per il fondo e découpage per i pesci, come se al suo interno ci fosse uno stagno abitato da pesci colorati. Si vede che me lo sentivo che qualcosa sarebbe andato storto, infatti l'ho fotografato prima di rovinare tutto il lavoro applicando la finitura che avevo scelto di usare. Era la mia prima (e ultima) esperienza con la resina bi-componente, che nella mia immaginazione avrebbe reso bene l'idea della superficie dell'acqua, data la consistenza dell'elevato spessore e il suo aspetto trasparente. Avevo persino ipotizzato di lasciarne cadere qualche goccia sul bordo di legno del tavolino, come se i pesci con il loro movimento ne avessero schizzata un po' fuori dallo stagno. Ma ho sbagliato qualcosa in fase di preparazione nella miscelazione degli elementi ed è risultata tutta grumosa e impossibile da stendere. 

tavolino discarica pesci 2

E così, armata di sverniciatore, ho riportato il tavolino al suo stato originario e attuato il "piano B": un mosaico di stoviglie rotte. Per vedere com'era prima e dopo il mosaico, e per conoscere la turbolenta storia di questo complemento d'arredo, vi rimando ad uno dei primi post di questo blog.

***************

Prima di terminare questo post, lancio la nuova puntata del Linky Party

decoriciclo

con il consueto invito a chiunque lo desideri
ad inserire i propri link per condividere le iniziative
in corso nei blog, sia occasionali che periodiche,
ma anche quelle "reali" organizzate in giro per l'Italia.

Ogni altra informazione si trova nella
PAGINA DEDICATA.

A presto! =)








lunedì 31 agosto 2015

3 tavole da parquet + 1 stand appendiabiti rotto = 1 tavolino ricicloso

Ovvero, quando la matematica è una pura opinione.... 3+1 non faceva forse 4?
Premetto che l'artefice di questo complemento d'arredo super ricicloso non sono io, ma mio marito Luca.


L'esigenza era quella di creare un tavolino alto sul quale appoggiare una collezione di orchidee, da posizionare vicino alla finestra, che fosse alto, leggero e trasportabile facilmente.

parquet+stand abiti=tavolino 2

Il materiale, tutto di recupero a parte la minuteria necessaria per l'assemblaggio, consisteva in uno stand appendiabiti rotto e in tre tavole simil-parquet avanzate dal rivestimento del pavimento.
Due di queste ultime sono state unite insieme per formare il ripiano superiore (quello più grande), mentre la terza, grazie a due fori passanti realizzati mediante una fresa, costituisce un ripiano più stretto che ha la triplice funzione di (A) riempire visivamente uno spazio troppo vuoto, (B) conferire maggiore stabilità alle "gambe" del tavolino e (C) costituire un piano di appoggio per tenere a portata di mano gli utensili necessari alla cura delle piante.

parquet+stand abiti=tavolino 3

Dato che i bordi delle tavole presentavano le apposite scanalature che servono per incastrarle tra loro, abbiamo pensato di rivestirli con dei bordini a "L" di plastica, di colore nero, perché si accordassero alla struttura dello stand espositore. Un po' di colla da montaggio, e la rifinitura è stata applicata velocemente.

Purtroppo ho soltanto queste foto scattate nel garage, dove il tavolo è stato assemblato. Ma credetemi sulla parola si vi dico che con la sua raffinata tovaglietta ricamata e le piante ben alloggiate, fa la sua bella figura.

A presto! =)


venerdì 30 agosto 2013

Il tavolino della nonna, recuperato e rivestito

Questo era il tavolino che la mia nonna usava per tenerci sopra la televisione, con l'accompagnamento di centrini (fatti da lei che era bravissimissima con l'uncinetto) e soprammobili vari.
Come si vede dalla foto qui a lato, oltremodo scadente in fatto di qualità, si vede che era ammaccato in vari punti e che mancava una stecca laterale che in realtà era solo stata rimossa perchè spezzata in due.









E qui a sinistra invece è come l'ho rivestito una dozzina di anni fa.

Ho usato il découpage, con carta da regalo con motivi di etichette e fotografie vintage.

Ovviamente prima l'ho carteggiato e stuccato. Poi ho dato qualche mano di turapori per uniformare la superficie e solo dopo sono passata ad incollare i ritagli.

Come finitura ho usato quello che ritengo un prodotto eccezionale: un gel molto denso, che si distribuisce con il pennello e che in men che non si dica consente di applicarlo comodamente senza che si veda alcuna passata del pennello.
Inoltre crea una pellicola spessa, tanto che ne basta una sola mano, molto resistente agli urti, ai graffi e alla luce.



Ed ecco un particolare della decorazione dove si vede anche la stecca riparata con lo stucco per legno.

Devo dire che forse adesso lo decorerei in altro modo, magari dipingendolo.

Però devo anche ammettere che questo tavolino così "addobbato" ha girato un po' tutte le stanze di casa, in diverse sistemazioni, adattandosi perfettamente in ognuna di esse, a tutti i loro diversi stili.




A presto! =)




mercoledì 24 aprile 2013

“My Desk is a Mess”...ovvero, la mia scrivania è un casino!

Questa è sicuramente una delle iniziative davanti alle quali nessuna di noi potrebbe tirarsi indietro, magari con la scusa che "non ho materiale per questa cosa".....basta infatti prendere in mano la macchina fotografica, inquadrare il nostro tavolo da lavoro...e fare click...così comè, bello in disordine....anzi, più è disordinato e meglio è!!!
Infatti, "My desk is a mess" è il nuovo Linky Party di Alex del blog C'è crisi c'è crisi - guida alla sopravvivenza sul pianeta Terra nel quale è possibile linkare le immagini delle nostre scrivanie o tavoli da lavoro immortalati nel loro momento di maggior splendore....ossia nel momento creativo, quando sono tutti ingombri di materiale di vario genere e, sicuramente mai, ordinati.
Io ho la fortuna di avere a disposizione praticamente tutta la taverna di casa, che ormai utilizzo soltanto io come laboratorio. Ho due tavoli, sempre impegnati con materiale pronto da decorare, oggetti in corso d'opera e creazioni già finite, ma non ancora riposte.

Eccoli qua:

Tavolo 1.
Questo è il primo tavolo, addossato alla parete. In origine era l'unico mio tavolo da lavoro.
Lo scaffale che si intravede sulla destra è anch'esso dedicato al materiale creativo.
Lo sgabello ergonomico, quando non è in uso, sta sotto il tavolo.
La tendina serve per nascondere almeno il disordine che vi regna anche sotto.
Attualmente il tavolo è così ingombro in modo permanente che lo spazio libero è rimasto davvero poco.......



Tavolo 2.
........così, ho invaso anche il vecchio
tavolone della nonna (opportunamente protetto da più tovaglie di plastica sovrapposte) per poter lavorare a creazoni di un certo volume.
Una volta era dedicato ad ospitare i pranzi con i parenti........adesso ha cambiato mestiere.
Dato che due tavoli non mi bastano (che esagerata, direte voi!) anche l'asse da stiro ormai sta fisso lì.....e raramente viene usato per quello che è!






Andate a vedere da Alex e partecipate anche voi alla raccolta di foto....ancora per 9 giorni!



A presto! =)


venerdì 5 aprile 2013

Mosaico....riciclando stoviglie rotte o spaiate

Vi ricordate il bidone per detergenti che avevo riciclato per farne il contenitore della mia fontanella da giardino? Vi avevo anticipato che era rimasto "in carica" per una stagione e che poi era stato sostituito...da questo:
Mastello per piante, rovinato.

La nuova fontana.
A sinistra, un mastello da vivaio, di quelli che contengono le piante che
poi vengono trapiantate nei giardini.
Come si vede anche dalla foto, ha passato le sue...è rovinato, un po' sformato e anche bucato in un punto.






A destra, la fontana con il suo nuovo accessorio, rivestito a mosaico con piatti e piattini rotti, sbeccati o spaiati.



Mosaico con stoviglie rotte.









Questo è stato il mio secondo esperimento di mosaico....











Tavolino salvato dalla discarica.










....il primo è stato questo, un tavolino da salotto che ho trovato alla discarica.
Se volete vedere com'era prima e altre foto che lo ritraggono più da vicino, cliccate QUI.









A presto!


domenica 20 gennaio 2013

Recupero di un tavolino trovato in discarica, con il mosaico


Il tavolino prima della cura
 Questo tavolino da salotto in legno è stato salvato in extremis un anno fa proprio nel posto dove vanno a finre tutti gli oggetti che non servono più: in discarica.
A dispetto dell' impiallacciatura tutta scrostata, la sua struttura era molto solida e stabile.
Dopo aver tolto il rivestimento per procedere alla decorazione, mi sono accorta che la superficie era però molto irregolare, quindi poco adatta ad una decorazione "liscia".
Ho pensato quindi di realizzare un mosaico di recupero, utilizzando cioè piattini di tazzine e piatti ormai spaiati e sbeccati per realizzare le tesserine.


Il tavolino dopo la cura
Ho scelto dei motivi decorativi semplici, cioè onde e cerchi (anche perchè è stato il mio primo esperimento di
mosaico) e ho lasciato la forma e la dimensione delle tessere molto irregolare.
Ho incluso anche elementi trovati casualmente, come per esempio le tesserine che formano il contorno: delle vecchie piastrelline ormai consumate e usurate da molti anni trascorsi in mezzo alla ghiaia di un cortile.
Per le gambe è bastata una mano di impregnante per legno.





Particolare della fascia marrone e del fiore.
In questa foto si vede il particolare della striscia marrone: è fatta con il fondo dei piattini di tazzine da caffè, di tre gradazioni di colore diverse. La riga bianca crea un ulteriore motivo ondulato.
Inoltre si vede più da vicino il fiore blu, elemento che si differenzia da tutto il resto della decorazione e che dà il nome al tavolino.









Con questo post partecipo al Linky Party di Annina
per festeggiare i suoi primi 100 followers






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