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venerdì 5 maggio 2017

Ospiti in giardino + "INIZIATIVE IN CORSO" #51

Spulciando l'archivio fotografico in cerca di lavori ancora da pubblicare, mi sono imbattuta in una piccola cartella contenente le immagini di tre ospiti passati a visitare il mio micro-giardino l'estate scorsa; e così ho deciso di dare la precedenza a loro, mettendo in pausa le creazioni in attesa di pubblicazione.


Il primo è un coloratissimo e cicciotto bruco in esplorazione sui gambi del prezzemolo e che, se Google Immagini non mente, dovrebbe chiamarsi Papilio Macaone.

bombo

Il secondo è un bombo immortalato una mattina presto mentre pasteggiava allegramente nelle corolle dei fiori di ipomea; nonostante sia venuto un po' "mosso" si vede che l'ingordo è tutto ricoperto di polline.

cavalletta

Infine una locusta che, a guardarla bene, sembra decorata con motivi Zentangle. Solo recentemente, grazie ad un documentario su Focus, ho finalmente capito la differenza tra cavalletta e locusta; praticamente... non esiste, perché si tratta della stessa creatura, ma in due fasi diverse della propria vita: dapprima la cavalletta è verde e vive prevalentemente da sola, poi si aggrega con altri esemplari e, a causa della variazione delle sue abitudini sociali e alimentari, cambia colore e forma del corpo trasformandosi in locusta.

*************

Ed ora si apre la cinquantunesima puntata del


Cliccate liberamente sul tasto azzurro in fondo a questo post per 
condividere le iniziative virtuali che organizzate nei vostri blog
o quelle reali (come mostre, mercatini, ecc...) che volete pubblicizzare.
Come sempre, per qualsiasi informazione, comprese le istruzioni passo passo
per sapere come inserire i propri link, si trovano nella pagina dedicata
cliccando sul banner qua sopra.

A presto! =)







giovedì 13 aprile 2017

Cestino a forma di uovo, di rete da conigliera

Va bene che la Pasqua, decorativamente parlando, non mi ispira granché... ma quest'anno, in questo periodo, il tempo è più tiranno del solito e non ho tempo per mettere in pratica quelle poche idee che ho. Ma qualcosina ho fatto, come per esempio questo cestino a forma di uovo, apribile e richiudibile.


Per l'occasione ho ripreso in mano la mia amata rete da conigliera, che adoro modellare nonostante mi massacri le mani e le braccia a suon di graffi e punture.

cestino a forma di uovo di rete da conigliera 3

Questo cestino è composto da due parti unite tra loro, una base contenitore e un coperchio a forma di cloche, il che lo rende simile nella forma ad una gabbietta per uccellini decorativa.
La chiusura è costituita da un semplice nastro di raso da annodare a fiocco.

cestino a forma di uovo di rete da conigliera 2

L'impugnatura ad anello posta sulla sommità serve sia per trasportare che per appendere il cestino, qualora lo si desideri, ed è decorata da alcune farfalline all'uncinetto, come quelle di qualche post fa.

cestino a forma di uovo di rete da conigliera 4

Riempito con un po' di paglia e qualche ovetto di cioccolato, ma anche con delle uova vere al naturale o dipinte, può essere usato come decorazione pasquale o come centro-tavola, ma anche come confezione regalo.

cestino a forma di uovo di rete da conigliera 5

E per chi non ama, o non può consumare, il cioccolato... il cestino si può sempre riempire con delle uova profuma-cassetti ripiene di lavanda fatte con della stoffa cucita o bordata all'uncinetto...

cestino a forma di uovo di rete da conigliera 6

 ...o con i fogli acchiappa-colore usati, come nel mio caso.

Passato il periodo pasquale, l'uovo-cestino si può riusare come decorazione per la casa, il balcone o il giardino, dato che le sue dimensioni, circa 30 cm di altezza per 15 di diametro, consentono di alloggiarvi comodamente una piantina e starebbe bene posizionato vicino alla teiera e alla tazza piene di cactus.

Buona Pasqua a tutti. =)


P.S. comunicazioni di servizio

terminerà come previsto il 16 aprile ma, dato il periodo festivo,
l'inizio di quello successivo sarà posticipato a 
mercoledì 19 aprile.
non partirà domani, bensì venerdì 21 aprile.

A presto. =)


sabato 8 aprile 2017

Come appendere oggetti ai rami di un albero + Regali dal web

Nel post precedente ho mostrato il nostro hotel per insetti e farfalle, una struttura adibita a dare rifugio temporaneo agli insetti amici delle nostre piante e dei nostri giardini, come per esempio api solitarie e coccinelle. Se ne possono realizzare sia da appoggiare al terreno che da appendere, e noi abbiamo optato per questa seconda soluzione; per la precisione, abbiamo sospeso la "torre di barattoli di latta" ad un ramo del nostro pero. 
Ad un altro ramo della stessa pianta è appeso da anni un cestino porta-piante modellato a mano con il filo di ferro da giardinaggio, quello rivestito di plastica verde; se cliccate sul link potete vedere altre foto dei particolari nel post originario.


Soprattutto se gli oggetti sono pesanti e allo stesso tempo il supporto è sottile e rigido, come nel caso di corde e fil di ferro, con il passare del tempo si possono creare nella corteccia dei rami delle fessure permanenti. Nel corso degli anni possono essere addirittura inglobati nel legno del ramo, rendendo impossibile la loro rimozione. 

come appendere oggetti ai rami 2

Ma basta un piccolo e semplice accorgimento per ovviare a questo problema: è infatti sufficiente proteggere il punto in cui si intende appendere l'oggetto con dei legnetti da affiancare al ramo dell'albero, avvolgendo il fil di ferro (come qua sopra) o lo spago (come qua sotto) tutto intorno.

come appendere oggetti ai rami 3

A questo scopo si possono tenere da parte i rami delle potature o anche dei pezzi di vimini qualora si dovesse rompere un cestino.
Per cose ancora più pesanti e laddove non si possa utilizzare il sistema dei legnetti, come per esempio nel caso di un'altalena, è meglio rivestire la corda con la quale vengono appese all'albero con un rivestimento fatto con qualcosa di flessibile che ne aumenti la superficie di contatto, come ad esempio un tubo di gomma.

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Ed ora non posso terminare questo post senza ringraziare calorosamente
due amiche virtuali che mi hanno inviato splendide cose.

La prima, in ordine di tempo, è Grazia alias Froda
che ha indetto il Giveaway d'oriente per l'ottavo compleanno del suo bel blog.
E io sono stata la fortunata vincitrice di questo bottino di meravigliosi materiali creativi,
che lei stessa ha acquistato in occasione di un suo recente viaggio in Giappone,
e di due graziosissime sue creazioni.


Qui sotto un collage di foto dei particolari


E poi il pacchetto di Amelia, Maestra Ami
che è una delle partecipanti allo SwapPasqua di Fiore


e che disegna in modo allegro e fantasioso su diversi materiali


come il delizioso quadernino, il coloratissimo biglietto e la spilla a forma di fiore che adorna
il sacchettino di stoffa a forma di coniglio.

Grazie a tutte: a Grazia, a Amelia
e a Fiore, che organizza sempre belle e coinvolgenti iniziative.

A presto. =)


lunedì 3 aprile 2017

Hotel per insetti e farfalle

Io e Luca abbiamo appena finito di allestire il nostro hotel per insetti, ovvero una struttura che serve per attrarre nel nostro giardino (ma basta anche un balcone) insetti utili di varie specie. 
Mi sono imbattuta circa un anno fa in qualche immagine di alcuni curiosi allestimenti di questo tipo, ma senza badarvi troppo; poi, dopo aver visto la casetta rifugio per le api di Michela, mi è venuta voglia di provarci.


Ho raccolto in un'apposita bacheca su Pinterest diversi pin: vi consiglio di darle un'occhiata, se siete interessati all'argomento, perché ci sono tanti progetti, dal più semplice al più elaborato, alcuni davvero sorprendenti e anche divertenti. Io mi sono documentata leggendo alcuni articoli; sono praticamente tutti in inglese a parte quello di Michela, ma dalle immagini si capisce lo stesso come strutturare l'hotel in base alle tipologie di insetti che ci piacerebbe venissero nel nostro giardino.

hotel per insetti 3

Qui a casa decoriciclo ovviamente abbiamo utilizzato quasi esclusivamente materiali di recupero, come le scatolette di latta che costituiscono le varie "stanze" dell'hotel, tenute insieme da una fascia di rete da conigliera.
A proposito, sapete perché in genere questa struttura si chiama "hotel" e non "casa" per insetti? Perché è concepita per ospitare e dare rifugio temporaneo ad insetti impollinatori come le api solitarie, le coccinelle, le farfalle e molte altre specie.

hotel per insetti 2

Sulla sommità della "torre" di scatolette ho messo un "tetto", in realtà più decorativo che funzionale, costituito dal fondo di un vecchio cestino rotto che tempo fa avevo tenuto da parte perché mi "ispirava", anche se allora non sapevo ancora cosa. Per fare in modo di bloccare il vimini, che tendeva a scappare via, ho fatto qualche giro di spago; sempre con lo spago ho poi appeso l'hotel ad un ramo del pero... che in questo momento è tutto fiorito e già da solo attrae una bella quantità di insetti.

Ma vediamo nel dettaglio per quali creature sono predisposte le camere del nostro albergo, allestite in base alle informazioni che ho raccolto in rete... dunque il condizionale è d'obbligo... poi vi farò sapere come e se la cosa funziona.

hotel per insetti 4

Le canne di bambù dovrebbero attrarre le api solitarie, ovvero gli esemplari che non vivono in sciami e che, come accennavo prima, svolgono un'importante azione di impollinazione.

hotel per insetti 5

Le farfalle invece dovrebbero preferire questi rifugi che sembrano dei salvadani, dei contenitori chiusi da delle "antine" provviste di una fessura lunga e stretta verticale; naturalmente anche la "porta" della nostra camera per le farfalle è fatta con materiali di recupero, cioè un pezzo di legno ricavato dalla stecca di una cassetta della frutta.

hotel per insetti 7

Alle coccinelle dovrebbero piacere invece questi tronchi pieni di confortevoli cunicoli, semplicissimi da realizzare perché basta prendere un pezzo di legno del diametro adatto, tagliarlo alla lunghezza necessaria e

hotel per insetti 8

fare dei buchi con il trapano usando punte da 2 a 8 mm di diametro. Questi insetti sono preziosi alleati delle nostre coltivazioni perché si cibano degli afidi, parassiti che possono infestare le nostre piante ornamentali e da frutto.

hotel per insetti 9

Dato che ci aspettiamo (o meglio, ci auguriamo) una grande affluenza di api solitarie, abbiamo aggiunto una stanza per loro in più, con un'ampia scelta di "lettini" di bambù dal diametro differente rispetto a quella del piano superiore.
La pigna, oltre ad essere bella di per sé e decorativa, e oltre a richiamare il colore del tetto di vimini, potrebbe essere attraente per per vari tipi di insetti, tra cui le coccinelle.

Come vedete, servono per lo più elementi di facilissima reperibilità, quindi si tratta di un allestimento pressoché a costo zero; oltre a quelli che abbiamo utilizzato noi, si possono impiegare anche legnetti di vari spessori e lunghezze, vasi e cocci di terracotta, tegole, sassi, fieno, altri tipi di pigne, muschio, cortecce, mattoni e blocchetti di cemento, filo metallico, bottiglie di plastica.
Inoltre, ci si può sbizzarrire con forme e modelli, non solo da appendere come il nostro, ma anche da appoggiare al pavimento.
Infine, è una bella occasione per passare del tempo con i bambini perché possono tranquillamente essere coinvolti sia nel reperimento dei materiali, magari durante una bella passeggiata nel bosco o su una spiaggia, che nella costruzione vera e propria; oltretutto, li si può invitare ad osservare il comportamento degli insetti in un ambiente naturale ma realizzabile anche sul balcone di casa.

Chissà se vi ho incuriosito e fatto venire voglia di provare.

A presto. =)

Questo post partecipa a:




lunedì 13 marzo 2017

Il mini pond e l'inverno

L'estate scorsa abbiamo allestito nel nostro giardino/francobollo un piccolo mini pond, ovvero un laghetto realizzato a partire da un grande mastello per la raccolta dell'acqua piovana. Avevo fatto un post sull'allestimento decorativo dell'esterno e uno sull'organizzazione dell'interno al fine di garantire il benessere dei 4 pesci rossi che vi abitano.


Adesso, alle soglie della primavera, è il momento di aggiornare l'argomento su come la struttura, e soprattutto i pesci, hanno superato l'inverno, che per diversi giorni in gennaio è stato anche piuttosto rigido.
Tanto per cominciare, le piante acquatiche sono morte; avevo scelto i giacinti d'acqua, ovvero delle piante galleggianti senza radici nella terra. Dove le ho acquistate non mi avevano detto che in autunno sarebbero state da ritirare e quando mi sono accorta che soffrivano per l'abbassamento delle temperature... era troppo tardi. Le ricomprerò a giorni perché, oltre ad essere molto belle di per sé, sono anche importanti per l'ossigenazione dell'acqua e per il filtraggio dei raggi solari, al fine di limitare la proliferazione delle alghe. Questo problema si potrebbe risolvere definitivamente con una pompa dotata di filtro anti UVA, ma non me la sento ancora di procedere ad un simile investimento economico; per ora continueremo ad arginarlo con le piante galleggianti, con il posizionamento dell'ombrellone nelle ore più calde dei mesi estivi e con gli appositi additivi che si trovano in commercio.

laghetto in inverno 2

Nonostante il freddo intenso dei mesi invernali, che ha prodotto una spessa lastra di ghiaccio sulla superficie dell'acqua, i pesci se la sono cavata alla grande; Mario, Luigi, Gustavo e Tenente Colombo stanno benissimo. Praticamente sono andati in una sorta di letargo, passando la maggior parte del tempo sul fondo del laghetto, pressoché immobili, mangiando molto raramente. Ciò è stato possibile grazie alla notevole profondità dell'acqua, 80 cm, in proporzione alla superficie; con queste caratteristiche la temperatura sul fondo rimane più costante, sia in estate che in inverno.

laghetto in inverno 3

L'inattività dei pesci riduce praticamente a zero le operazioni di ordinaria manutenzione del laghetto, che consistono principalmente nella pulizia periodica del filtro della pompa del ricircolo dell'acqua. Dalla normale frequenza settimanale si sono ridotte a circa ogni 15 giorni, fino a sospendersi del tutto nelle settimane di gelo.
L'importante è stato mantenere sempre in funzione la fontanella, anche di notte, in modo da evitare la formazione di una lastra di ghiaccio completa, al fine di garantire l'ossigenazione dell'acqua e consentire il nutrimento dei pesci, seppur sporadico.


Due modifiche apportate prima dell'inverno, ma successivamente ai primi due post su questo argomento, riguardano sia l'esterno che l'interno del pond. La prima è il posizionamento di alcuni grossi sassi piatti e larghi (recuperati al fiume) nella zona di accesso al laghetto, per evitare l'eccessivo calpestamento dell'erba e di bagnarsi troppo i piedi nelle giornate piovose. Da notare inoltre l'ombrellone a tema, comprato dopo il primo (quello arancione) che si è disintegrato con l'esposizione al sole... della serie "chi meno spende, più spande".


La seconda importante modifica consiste nell'aver praticato 3 fori nel contenitore di plastica, circa 2/3 cm sopra il pelo dell'acqua e un po' al di sotto del bordo; questi buchi servono per lasciare uscire l'eccesso di acqua che si può verificare nei periodi molto piovosi, soprattutto se le abbondanti piogge si verificano di notte, mentre di giorno si può anche svuotare manualmente e per farlo io uso la sessola fai-da-te. Lasciare un po' di distanza tra la superficie dell'acqua e il bordo del laghetto è importante perché i pesci possono anche saltare di tanto in tanto e potrebbero quindi cadere fuori... con le ovvie conseguenze per un pesce fuor d'acqua.

A presto! =)



martedì 6 settembre 2016

Paletta e sessola fai-da-te, riciclando flaconi di plastica

Finalmente ho messo in pratica questa semplice quanto geniale idea (vista tante volte nel web, per esempio QUI) per ricavare delle utili palette da flaconi di plastica vuoti. 


Basta una semplice forbice un po' robusta (tipo quella da elettricista), un taglio nella posizione più opportuna a seconda della forma, della dimensione del flacone e di cosa si intende ricavarne... e il gioco è fatto in un minuto.

paletta e sessola fai-da-te 2

Conservando solo la porzione di flacone in corrispondenza del manico, si ottiene una comoda paletta, più o meno grande e più o meno piatta, in base alla conformazione del recipiente. Può essere adatta per lavori di giardinaggio, per giocare con la sabbia e, nel caso di quelle più grandi e piatte, anche per le pulizie di casa, in abbinamento con  la scopa.

paletta e sessola fai-da-te 3

Nel caso in cui invece si voglia ricavare una sessola, bisogna conservare anche la parte con il tappo e sagomare il contenitore in base alle proprie necessità di utilizzo. Io, per esempio, la uso per rimuovere dal pond l'acqua in eccesso dopo abbondanti piogge, ma può essere utile anche per travasare terra o sabbia, o per prelevare mangimi e granaglie da grossi sacchi.

Ovviamente, soprattutto nel caso in cui questi nuovi attrezzi fai-da-te vengano a contatto con acqua e/o alimenti, vanno prima accuratamente lavati sia all'interno che all'esterno.

A presto! =)



giovedì 28 luglio 2016

Il nostro pond, parte 2: come abbiamo organizzato l'interno per i pesci + manutenzione

Ed ecco qui la seconda puntata della "saga" del nostro pond, ovvero il piccolo laghetto che abbiamo allestito, per i nostri pesci rossi, nel nostro altrettanto piccolo giardino.


Come accennavo nel precedente post, non servono grandi spazi per creare piccoli ambienti acquatici, con o senza pesci, e si possono utilizzare come base i più svariati contenitori, di riciclo e non solo. Per una veloce carrellata delle infinite possibilità potete dare un'occhiata alla mia bacheca di Pinterest dedicata all'argomento ma, soprattutto se vi si vogliono inserire anche pesci o tartarughe d'acqua, è sempre opportuno affidarsi ai consigli di esperti nel settore; noi abbiamo trovato un valido aiuto in un negozio specializzato in acquari (www.discusfantasy.net/).

Il nostro pond dunque ospita 4 pesci rossi, perciò l'organizzazione dell'interno è strutturata in funzione del mantenimento del loro benessere; ci sono quindi delle caratteristiche ben precise da rispettare.
La prima di tutte è la profondità: se è vero che la superficie del laghetto può essere anche relativamente contenuta (il nostro ha un diametro di circa 65 cm) l'altezza dell'acqua dovrebbe superare almeno i 60 cm (il nostro è profondo circa 80 cm). Questo serve per far sì che i pesci possano tranquillamente sopravvivere all'inverno, anche se la superficie dovesse gelare, e perché possano trovare la temperatura ideale quando fa molto caldo, dato che sul fondo sarà sempre più fresca che in superficie.

2. grotta sommersa

Dato che i pesci rossi amano nascondersi, abbiamo creato una bella e spaziosa grotta sommersa, semplicemente posizionando sul fondo alcuni grossi sassi di fiume. E' meglio provvedere a questa operazione prima di riempire il contenitore con l'acqua, perché potrebbero essere necessarie varie prove e spostamenti, per verificare la stabilità delle pietre.
Una cosa importantissima da sapere sui sassi da scegliere è che non devono essere calcarei, né contenere venature ferrose, perché questo potrebbe modificare negativamente il pH dell'acqua rendendola dannosa per i pesci. Per sapere se i sassi che abbiamo raccolto sono idonei, basta fare una semplice prova: versare sopra la pietra una goccia di acido cloridrico (muriatico). Se nel punto in cui si è versato il liquido si formano delle bollicine, la pietra è calcarea e quindi è da scartare, se non si formano bollicine invece il sasso è adatto. La stessa cosa vale anche per eventuali vasi che si vogliano inserire nel pond.
Prima di inserire le pietre o i vasi nel laghetto, ovviamente bisogna sciacquarli bene.

3. riempimento

Noi abbiamo inserito nel laghetto una pompa, con la duplice funzione di filtrare l'acqua per mantenerla pulita e di creare dei giochi d'acqua. Se la pompa serve solo come strumento di pulizia, si può sistemare in qualunque punto del pond, anche sul fondo in posizione nascosta. Se invece serve anche per movimentare la superficie dell'acqua con zampilli e fontanelle, è necessario che la colonnina di cui è dotata fuoriesca leggermente dall'acqua. In questo caso allora la pompa va posizionata all'altezza necessaria, in base alla profondità del contenitore e alla lunghezza della colonnina, e lo si può fare semplicemente creando un basamento stabile con dei sassi piatti e larghi.
La pompa è dotata di un filo elettrico, e di questo bisogna tenere conto nel momento in cui si sceglie la posizione del laghetto all'interno degli spazi che abbiamo a disposizione, per fare in modo di avere un attacco elettrico facilmente accessibile. Ma è anche vero che il filo si può interrare, proteggendolo all'interno di un apposito tubo, e che esistono anche pompe che funzionano con piccoli pannelli solari.
Una volta trovata la disposizione ideale degli "arredi" interni, si può procedere al riempimento del contenitore con l'acqua.

4. movimento acqua

Fontanella centrale e cascata laterale non hanno solo lo scopo di decorare e abbellire il nostro piccolo specchio d'acqua, ma anche e soprattutto quello di muovere l'acqua, in modo da ossigenarla rendendola più salubre per i pesci e da impedire la formazione di cattivi odori, zanzare, e insetti in genere.
Inoltre, il suono prodotto dall'acqua che ricade è anche molto piacevole e rilassante.

4. piante acquatiche galleggianti

Dopo aver riempito il contenitore, è il momento di mettere a dimora le piantine acquatiche; ce ne sono diversi tipi e qualità tra cui scegliere, ma noi abbiamo optato solo per due specie, entrambe del tipo galleggiante, che non richiedono quindi terra o vasi in cui far crescere le radici. Questo per cercare di mantenere l'acqua il più possibile pulita, ma è una scelta del tutto personale.
Quella della prima foto del collage qua sopra, è un giacinto d'acqua e si è ambientata subito bene, mentre la seconda, con le foglioline piccolissime, è morta praticamente subito, probabilmente a causa del gran caldo di questo periodo; riproveremo ad inserirla più avanti, quando le temperature non saranno più così torride. Nel suo piccolo, sarebbe una piantina importante, perché in genere tende a "tappezzare" la superficie dell'acqua offrendo riparo ai pesci (che come dicevo amano nascondersi) e filtrando parte dei raggi solari, contrastando così la formazione di alghe.

5. acclimatazione pesci

I pesci non vanno introdotti subito nel nuovo ambiente; è meglio attendere qualche giorno dopo aver messo l'acqua, per far sì che l'eventuale cloro si disperda e per essere certi che gli altri elementi (vasi, sassi, piante, ecc...) non rilascino sostanze dannose. Sarebbe meglio effettuare una veloce analisi di un campione d'acqua, cosa ci è stata offerta presso il negozio di cui parlavo all'inizio del post. Abbiamo così scoperto che la nostra acqua ha un pH ottimale, ed è priva di calcare e nitriti.
Quando arriva finalmente il momento di far conoscere la nuova casa ai "pinnuti" non basta fargli fare un bel "tuffo liberatorio": bisogna farli acclimatare gradualmente, perché una delle cose più deleterie per i pesci è quella di far subire loro repentini sbalzi di temperatura... e questo vale anche e soprattutto quando sono alloggiati nelle comuni piccole vaschette... mai cambiare l'acqua sotto il rubinetto, è molto meglio predisporre delle bottiglie di plastica tenute alla stessa temperatura ambiente della vaschetta.
Per procedere al trasloco dei pesci li abbiamo messi in un sacchetto con parte dell'acqua che c'era nella loro vaschetta, abbiamo introdotto il sacchetto aperto nel laghetto, fissandolo al bordo con una pinza. Abbiamo atteso un paio d'ore e poi abbiamo introdotto nel sacchetto un po' della nuova acqua presente nel pond, ripetendo l'operazione dopo un po', fino al momento in cui si sono potuti finalmente liberare. Questa operazione richiede quindi qualche ora.

Mario, Luigi, Tenente Colombo e Gustavo

Nella loro nuova dimora, Mario, Luigi, Tenente Colombo e Gustavo si sono trovati subito benone, nuotando liberi ed esplorando il nuovo ambiente, avendo finalmente tanto spazio per sgranchire le pinne.
Nonostante i primi due siano vissuti a lungo e relativamente bene per quasi tre anni nel piccolo contenitore, ogni pesce rosso, in condizioni ottimali, necessita di circa 50 litri d'acqua; il nostro pond ha una capacità di circa 200 litri, anche se quelli effettivi (dopo l'aggiunta dei sassi) sono leggermente diminuiti. In ogni caso stanno comunque decisamente più comodi rispetto a prima, ma è una delle cose da tenere in conto quando si pianifica il numero di pesci alloggiare nel laghetto; anche perché in uno spazio grande sembrano pochi.... ma crescono in fretta!

6. alimentazione pesci

Infine, riguardo alla manutenzione bisogna tenere in considerazione alcune cose.

La prima è l'alimentazione dei pesci:  non lo sapevo, ma me ne sono accorta ben presto... in uno spazio più grande a loro disposizione i pesci mangiano molto più di prima... sarà che si muovono di più... ma hanno una fame da lupi e si mangiano anche le piantine!
Quindi bisogna dare loro da mangiare tutti i giorni, meglio piccole quantità più volte al giorno; dare troppo cibo in una volta sola, vorrebbe dire che i pesci non lo mangeranno tutto subito e andrà a sporcare inutilmente l'acqua.
Io preferisco quello sotto forma di pallini, e non quello in scaglie, perché è più facilmente dosabile e tiene l'acqua più pulita.

E' bene non riempire il contenitore scelto per il pond fino all'orlo, ma lasciare un po' di bordo e controllare il livello dell'acqua, aggiungendone un po' nel caso diminuisca con la normale evaporazione nei periodi caldi, e rimuovendo l'eventuale eccesso in caso di abbondanti piogge.

La posizione migliore per installare un pond sarebbe quella con una buona esposizione al sole durante il mattino e in penombra durante il pomeriggio; se ciò non fosse possibile, come nel nostro caso, nelle ore più calde si può ombreggiare il laghetto con un semplice ombrellone, in modo che l'acqua non si scaldi troppo e al fine di limitare l'inevitabile formazione di alghe.

Ogni giorno è consigliabile controllare che nell'acqua non siano finite foglie che potrebbero anche essere velenose per i pesci; ciò può accadere facilmente in caso di forte vento. In questo caso, vanno rimosse al più presto.

Per finire, è necessario pulire periodicamente il filtro della pompa; noi lo facciamo ogni 8-10 giorni, ma bisogna regolarsi in base all'aspetto dell'acqua.

Credo di aver detto tutto...
ma se ci fossero domande, chiedete pure nei commenti.

Come nel caso del precedente post,
ho raggruppato le foto in alcuni collage, ma nell'album di Flickr 
si possono vedere anche separatamente ed ingrandite.

A presto! =)



venerdì 22 luglio 2016

Il nostro pond, parte 1: come abbiamo allestito l'esterno

Finalmente eccola qui, la nuova grande e confortevole casa per i nostri pesci rossi: un pond


Ho deciso di utilizzare la parola inglese "pond", perché identifica meglio il concetto rispetto a "laghetto"; quest'ultima infatti si riferisce al classico specchio d'acqua scavato nel terreno, delimitato da sassi e/o vegetazione di vario tipo, mentre quella del pond è un'idea molto più ampia e variamente interpretabile, perché si riferisce alla creazione di ambienti acquatici di varie fogge e dimensioni (molto spesso infatti si tratta di mini-pond), allestiti nei più svariati contenitori, con piante e animali acquatici, posizionabili sia in luoghi chiusi che all'aperto, su balconi, terrazzi e nei giardini anche molto piccoli, come il mio.

Nonostante la meticolosa selezione, le foto dei vari passaggi della costruzione sono rimaste comunque tante; per questo ho pensato di raggrupparle in alcuni collage, ma chi volesse vederle singolarmente e ingrandite può farlo attraverso il relativo album su Flickr.
Ho inoltre diviso l'argomento in due post-capitoli: in quello di oggi mostrerò come abbiamo allestito l'esterno, mentre nel prossimo parlerò della parte interna che, soprattutto nel caso siano presenti anche dei pesci, è molto importante perché ci sono delle condizioni da rispettare.
A questo proposito, vorrei aprire una parentesi: dato che era da molto tempo che accarezzavo l'idea di realizzare un laghetto in giardino mi sono molto documentata su internet, e ho anche creato una bacheca su Pinterest dedicata interamente a questo argomento, nella quale ho raccolto molte idee. Però spesso "molte idee" vuole anche dire "molta confusione", quindi sono stati fondamentali i preziosi consigli trovati presso un negozio specializzato in acquari (www.discusfantasy.net), che hanno saputo rispondere con disponibilità e competenza alle mie molte domande.

Ma vediamo come è fatto il nostro pond: tutto è cominciato con uno scavo nella zona del nostro piccolo giardino prescelta per ospitarlo.

2. scavo e posizionamento contenitore

Il recipiente che abbiamo utilizzato come base è un raccoglitore per l'acqua piovana, comprato per l'occasione, nonostante avessi meditato a lungo su vari tipi di contenitori di recupero. Per esempio, mi intrigava molto l'idea di utilizzare dei vecchi pneumatici da trattore o camion, ma volevo essere certa che il materiale fosse sicuro, sia per i pesci che avrebbe dovuto ospitare all'interno che per la terra circostante. Immagino quindi che un contenitore appositamente creato per raccogliere e riutilizzare l'acqua piovana in giardini e orti, non rilasci sostanze tossiche né all'esterno né all'interno.
Il nostro ha una capacità di 200 litri, misura 65 cm di diametro e 85 cm di altezza. L'abbiamo interrato solo per circa la metà, facendo attenzione a riempire bene con la terra lo spazio intorno alle pareti esterne, bagnando con l'acqua e comprimendo bene con un bastone per compattare il più possibile.

3. rivestimento parte esterna

Poi abbiamo rivestito la parte del contenitore rimasta esposta fuori terra con dei mezzi tronchetti di legno; questi hanno sia scopo decorativo che di protezione della plastica, per mitigare sia l'azione riscaldante del sole d'estate che quella del gelo in inverno. Sotto ai tronchetti abbiamo posizionato dei sassi piatti di serizzo (avanzati anni fa dalla costruzione del camino) per non metterli direttamente a contatto con la terra, rimandando in questo modo il loro deperimento.
Dove si interrompe il giro di mezzi tronchetti abbiamo sistemato un grosso e bizzarro legno, recuperato un paio d'anni nella buzza, ossia l'insieme di piccoli legnetti e grossi tronchi che si accumula sulla superficie del lago in seguito a periodi di forti piogge e che pian piano vengono sospinti e depositati sulle spiagge. L'avevo preso perché mi ispirava... e finalmente ha trovato il suo scopo.
Attorno al simpatico pezzo di legno abbiamo posto alcuni sassi recuperati in diverse spedizioni al fiume, intraprese proprio per scovare gli esemplari giusti, ognuno dei quali scelto avendo bene in mente dove sarebbe andato a posizionarsi.
La "coda" di sassi che si vede nella foto in basso a destra del collage qua sopra, serve per coprire e riparare il filo elettrico della pompa sommersa da mani e zampe indiscrete e soprattutto dall'azione del decespugliatore.

4. movimento acqua

Ed ecco a cosa serve la pompa sommersa di cui parlavo: prima di tutto a filtrare l'acqua per mantenerla pulita, e allo stesso tempo a creare dei giochi d'acqua, che non sono solo decorativi.... come vedremo nel prossimo post.
Il meccanismo della fontanella centrale è un accessorio della pompa stessa, mentre la cascatella laterale è opzionale e si può realizzare a proprio piacimento.

5. foratura bottiglia per cascata laterale

Noi abbiamo scelto di ri-utilizzare una bottiglia di vetro a forma di ampolla, ex confezione di una grappa. Ovviamente è stato necessario forarla e per farlo Luca ha usato un piccolo trapano per hobbystica, procedendo molto lentamente e avendo cura di mantenere bagnati sia la punta del trapanino che il vetro stesso, per evitare dannosi surriscaldamenti.
Nonostante le accortezze, dopo un po' lo spesso vetro del fondo della bottiglia ha iniziato a creparsi, perciò non è stato possibile raggiungere il diametro del foro necessario ad introdurvi il tubo di gomma che collega la bottiglia alla pompa.

6. fissaggio bottiglia per cascata laterale

Abbiamo allora aggirato il problema collegandovi un pezzo di plastica ricavato da un piccolo imbuto inutilizzato e legato con un segmento di fil di ferro annodato.
Infine abbiamo fissato la bottiglia al tronco di legno mediante un gancio a vite.

7. posizionamento tubo per cascata laterale

Nella foto qua sopra si vede il sistema con il quale abbiamo installato il tubo di gomma: con un coltello appuntito e affilato abbiamo creato un foro nella parte superiore del contenitore di plastica, vi abbiamo fatto passare il tubo collegato alla pompa, abbiamo fatto girare quest'ultimo esternamente attorno al tronco e poi l'abbiamo inserito nel fondo della bottiglia. Una volta posizionati i sassi di fiume, il tubo resta quasi interamente nascosto.

Il lavoro strutturale/decorativo esterno è praticamente finito...

8. ombreggiare quando fa caldo

...non resta che posizionare un ombrellone per ombreggiare lo specchio d'acqua nelle ore più calde del periodo estivo...

9. pescatore i fil di ferro e plastica

...e uno strano personaggio appollaiato sul tronco di legno, che fa (rigorosamente) finta di pescare. Il pescatore è modellato a mano, con una struttura di fil di ferro zincato; me lo immaginavo interamente fatto di ferro, ma in quel modo non era molto visibile e si mimetizzava troppo nell'ambiente circostante. Allora per il corpo ho pensato di usare un ritaglio di plastica bianca, ricavato da un flacone di shampoo, l'ho forato lungo il bordo con l'attrezzo che si usa per forare le cinture, e l'ho "cucito" alla struttura di metallo con del fil di ferro sottile.
La canna da pesca è fatta con un rametto proveniente dalla potatura del pero (il cui tronco si vede sullo sfondo) e la lenza è un pezzo di spago dal quale penzola un piccolo amo di fil di ferro.

Al prossimo post, con la descrizione dell'allestimento interno. =)


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