sabato 5 luglio 2014

Come stabilisci il prezzo del tuo "fatto a mano"?

Come ho accennato qualche settimana fa nel mio post su Dawanda, da qualche tempo medito di aprire un mio negozio virtuale.

Una delle cose che trovo più difficile nel vendere il "fatto a mano" è quella di stabilire un prezzo giusto per le proprie creazioni, che non sia cioè né troppo basso, cosa che accade alla maggior parte di chi produce e vende handmade, né troppo alto.... cosa che in effetti mi capita di vedere molto raramente.

Era già difficile all'epoca in cui avevo un mio laboratorio artigianale aperto al pubblico, il che accadeva circa una quindicina di anni fa. L'avevo avviato nel mio piccolo paese, e la realtà così circoscritta non è stata certo di aiuto.... in aggiunta alle ingenti spese di gestione e di tasse, e forse anche alla mia inesperienza. Ma il motivo più rilevante che mi ha portato a chiuderlo è stata la scoperta di un nuovo lavoro, cioè l'animazione per anziani in una casa di riposo.... ma questa è un'altra storia.

Dicevo della difficoltà di stabilire un prezzo alle creazioni artigianali. 
Vi chiedo: 
Voi come vi regolate?

http://www.prontovignetta.com/

Ho già condiviso sul mio g+ un post di Alessia che mi sta facendo ulteriormente riflettere sulla questione da un paio di giorni. Lei ha pubblicato una formula matematica per stabilire con precisione il prezzo di vendita di ogni creazione, sia all'ingrosso (per esempio per chi lascia le proprie creazioni in conto vendita presso alcuni negozi) che al dettaglio, cioè per chi vende direttamente i propri manufatti on line o nei mercatini.

Ma, nonostante la precisione della matematica, dalla quale in effetti non si può né scapparare né prescindere, mi chiedo come mai su oggetti simili prodotti da persone diverse ci siano delle differenze di prezzo anche consistenti.

Ritengo che il fattore preponderante che porta alla decisione di stabilire un prezzo basso sia lo scarso valore che viene dato al fatto a mano; quante volte di fronte ad una bancarella in un mercatino si sente dire "ma cosa ci vuole a fare quella cosa".... soprattutto da persone che non saprebbero da che parte cominciare, magari.
Oppure "è bello, ma costa troppo".... detto da gente che crede che comprare un oggetto vagamente simile prodotto in serie e con materiali scadenti, equivalga a possedere un oggetto unico fatto con passione.

E noi stesse quindi siamo portate a sottovalutare il nostro lavoro e di conseguenza.... a svalutarlo.

Ma forse potrebbe esserci un altro motivo: magari la grande passione che ci spinge a creare, ci porta a vendere le nostre creazioni anche solo per divertimento e per incassare quel minimo che ci consente di acquistare del nuovo materiale per nuove creazioni.

Era un aspetto spinoso nel quale mi ero imbattuta all'epoca dei mercatini che facevo da artigiana, fianco a fianco con gli hobbysti. Va da sè che, per la stima del prezzo finale, i conteggi nelle due differenti situazioni sono ben diversi: le spese di gestione di un'attività "in regola" sono ben altre da quella praticata per hobby.
C'era chi addirittura parlava di concorrenza sleale... come dicevo, la questione è spinosa.

E poi si potrebbe aprire un nuovo capitolo: il LAVORO che c'è dietro un oggetto fatto a mano andrebbe comunque riconosciuto e valutato adeguatamente. Persino l'IDEA andrebbe ricompensata, se si tratta di oggetti unici, originali e particolari che magari solo noi facciamo.

Insomma, pensavo di fare questo post per chiarirmi le idee.... e invece me le sto intricando sempre di più!

Mi date una mano a dipanare la matassa,
dicendomi la vostra opinione nei commenti?

Grazie a chi lascerà un proprio pensiero e
a presto! =)


Con questo post:

Linky Party C'e' Crisi



68 commenti:

  1. Bellissimo post, Dani! E molto utile a tutti, anche con i commenti che verranno....
    Ho letto l'articolo che hai linkato su G+ ed è molto interessante, mi ha fatto riflettere......credo che quella formula matematica sia quella giusta perchè considera anche il valore del proprio lavoro e del proprio tempo!
    Io personalmente, per i miei saponi, ho calcolato il costo delle materie prime e delle provvigioni che si pagano sulle piattaforme e poi ho moltiplicato per due, ma effettivamente non ho considerato il mio lavoro, l'impegno per studiare la ricetta, provarla, modificarla, studiare nuove tecniche, acquistare nuovi stampi, ecc. ecc.....e pensa che ho anche avuto il dubbio che forse erano già troppo cari così!
    E poi c'è la faccenda delle spese di spedizione....se mi metto nei panni di chi compra e considero che deve spendere anche quei soldi in più, non mi sento di stabilire un prezzo di vendita più alto.
    Il problema, come dici tu, è che si da un valore troppo basso al fatto a mano.....magari si spendono dei capitali per acquistare oggetti griffati, fatti in serie e con materie prime pessime, senza capire realmente il valore di un pezzo unico, fatto artigianalmente con passione e cura, scegliendo personalmente materie prime di qualità. Questo purtroppo porta ad autosvalutarsi.....
    Effettivamente, non essendo un vero lavoro, come dici tu si tende ad accontentarsi di rientrare delle spese sostenute per poter continuare a creare per piacere, però, riflettendoci, è sbagliato perchè il nostro tempo ed il nostro lavoro non va sottovalutato, anche solo per una questione di autostima personale!
    Sono molto curiosa di leggere gli altri commenti....grazie per questa tua idea di trattare questo argomento così utile sul quale confrontarsi!
    Buonissima domenica ^_^
    Serena

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    1. Grazie Serena per la tua opinione!
      Non è certo facile venire a capo della questione, con tutte le variabili da tenere in conto.
      Mentre tu commentavi da me io ammiravo e apprezzavo il tuo meraviglioso orto.
      Un abbraccio. =)

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  2. Dani, come sempre post interessante e utile. Il fatto a mano è ovviamente diverso dai prodotti realizzati in serie, crei qualcosa di unico, difficilmente ripetibile e comunque mai uguale. Anche io mi chiedo spesso se il prezzo che dò alle mie creazioni è giusto oppure no e non lo è, è troppo basso, ma qui va considerato anche il periodo in cui viviamo, il posto dove viviamo, la concorrenza. In un mercatino le cose proposte sono molteplici, simili tra loro ed essere competitiva vuol dire vendere. Sinceramente non so se una formula matematica risolve il problema, non credo. Penso che si debba partire dalla formula matematica e poi però considerare i vari fattori, alcuni dei quali ho elencato qui sopra. Grazie però per il bellissimo spunto di riflessione.

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    1. Grazie a te Elena, per aver espresso il tuo parere.
      Sicuramente hai ragione: la formula va bene, ma ci sono anche tutte le variabili che hai indicato anche tu da prendere in considerazione.
      Buon we! =)

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  3. Ciao Dani! Davvero, davvero interessante quello che dici e, in più, giusto! La tendenza è a sottostimare i prodotti handmade, ma come dice Elena, occorre tenere conto di altri fattori. Ai mercatini ai quali ho partecipato....chi ha comprato i miei oggetti ha capito l'importanza del fatto a mano (lo so solo perché semplicemente lo hanno detto!) e forse sarebbe stato disposto anche a spendere qualcosa in più (li consideravano un pò bassi i miei prezzi) ma io non me la sento di proporre di più......sarà per il periodo in cui viviamo, bhò! In generale io tengo conto del materiale (se lo acquisto o meno) e anche del tempo che impiego nel creare gli oggetti.....sicuramente non li valuto al meglio, soprattutto il tempo...(che tra ideazione e realizzazione in particolare per le borse è tanto, nel senso che almeno 3-4 ore ci impiego.....tra prove, ripensamenti, errori......). Forse ognuna di noi ha la sua sensibilità anche sotto questo aspetto. Di sicuro, se si avesse fisicamente un negozio e si dovesse tener conto di tutte le spese, allora la formula matematica dovrebbe assolutamente esser seguita....o non si andrebbe da nessuna parte! :) Felice finesettimana.....senza matematica, però! :)

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    1. Ciao Angela, grazie per aver lasciato il tuo pensiero.
      Sì, è vero che in periodi di crisi come questo pur di vendere e di venire incontro alle persone interessate alle nostre creazioni i prezzi si tende ad abbassarli.
      Ed è pur vero che, per fortuna, c'è in giro chi capisce e apprezza il valore aggiunto di un prodotto realizzato a mano e con passione.
      Buonissima domenica, senza matematica, a te! =)

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  4. Un post davvero interessante e utile, mi sembra importante la distinzione che fai tra chi lavora veramente come artigiano e paga tutte le spese di gestione della propria impresa, piccola o individuale, e chi vende saltuariamente qualche creazione..mi sembra però che nei negozi on-line la maggior parte appartenga a quest'ultima categoria…o sbaglio? Comunque definire il prezzo finale sarebbe veramente difficile per me…se dovessi calcolare tutte le ore che ci impiego, tra progettazione ed esecuzione, rifacimenti....penso che da me nessuno comprerebbe niente!! Per questo e per altri motivi, ancora non ho un negozio on-line e non ho mai fatto mercatini…anche se a volte ne sarei tentata…se non altro per veder apprezzato il mio lavoro!!

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    1. Ciao Carmen, penso che affrontare il problema partendo dalla distinzione tra artigiani iscritti all'albo e hobbysti sia fondamentale. Ma poi si crea veramente della concorrenza "particolare" tra gli uni e gli altri, se per esempio avessero due bancarelle vicine in un mercatino aperto a entrambe le figure.
      E' un problema che visto da diverse angolazioni, ha diverse soluzioni.
      Buon we! =)

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  5. Daniela, io per tutte queste robe non valgo nulla, tutte le cose che hai scritto le ho constatate anch'io, è proprio così......io non sono solita a fare mercatini anche perché poi non so fare i prezzi, quindi nella maggior parte dei casi regalo, regalo, regalo... a chi voglio io però, perché quando sento dire appunto, ma tanto tu cosa ci metti a farlo (e magari ci hai perso 2 o 3 pomeriggi o più) un po' mi girano e in quel caso piuttosto lo tengo io e come detto sopra regalo ma sempre a chi voglio io e che so che apprezza...cheddiamine un po' di sano narcisismo non guasta, un piccolo complimento farebbe piacere!....talvolta è capitato anche che regali e sembra che chi riceve ti fa un favore, anzi sembra che abbia paura a dirti grazie (che ci starebbe) perché magari pensa di dover contraccambiare, cosa non pensata minimamente, anche perché è bello donare... ...per chiudere cara Dani ti dico che non ho la risposta...ma tu che sei in gamba saprai districarti in tutto e per tutto....approposito magari te l'ho già detto ma quella porta è un incanto oltre ad essere un superlavoro socialmente utile!

    Un bacione e un buon fine settimana cara,
    Laura

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    1. E' vero Laura, la cosa più brutta è non vedere apprezzato il proprio lavoro, almeno con un complimento o qualcosa che faccia capire che viene riconosciuto quanto lavoro e passione ci sta dietro.
      Bacione e buon we anche a te. =)

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  6. Ciao Dani,
    grazie per questo post che tocca un argomento che spesso mi ha fatto pensare.
    Credo che qualunque prezzo si metta non verrà mai "ripagato" il tempo, l'idea magari unica, la passione che si mette nel creare.
    Puoi ripagarti il materiale e aggiungere qualcosa (altrimenti che senso ha vendere?) ma il resto...
    Io ho sempre fatto fatica a dare un prezzo alle cose che creo ed in più lo faccio per beneficenza quindi cerco di stare sempre un po' bassa (tante volte le persone arrotondano proprio perché sanno che i soldi vanno per i nostri progetti!)
    Sono sempre stata fortunata, però, perché ho trovato persone che sanno apprezzare il fatto a mano e questo ti gratifica.
    Adesso cerco di vendere anche nel mio blog ma è molto difficile.
    Ho messo offerta libera ma partendo da una certa cifra che include le spese di spedizione.
    Vedremo!
    Aspetto il tuo racconto sulle due diverse esperienze lavorative (sicuramente interessante!)
    Un abbraccio Maria

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    1. Grazie Maria per aver condiviso la tua esperienza.
      Credo proprio che dipenda dallo spirito e dall'intento con cui si vendono i propri oggetti; il tuo è sicuramente lodevole e ammirevole.
      Un abbraccio.
      A presto. =)

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  7. Mi appassiona questa discussione e tocca un tasto dolente!
    Per quanto mi riguarda mi capita di essere "rimproverata" dalle amiche con:
    "Ma sei scema? Tutto questo lavoro e chiedi così poco'"
    Però c'è da dire che sono pignoletta, un lavoro mal fatto mi infastidisce quindi lo rifaccio e poi sono LENTA ci impiego giorni interi, se volessi calcolare il prezzo in base al tempo le mie borse sarebbero alle stelle!
    Poi c'è la crisi, poi c'è che ho richieste da amiche di amiche di amiche che diventano mie amiche.
    Io resto così, però è proprio difficile "quantizzare" le passioni!
    Margherita

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    1. Ciao Margherita, ecco un'altra importante variabile!
      Il tempo che una persona impiega può essere molto diverso a seconda della velocità personale di realizzazione, nonché conseguente ad eventuali inconvenienti o rifacimenti parziali o totali di un pezzo. In questo caso ovviamente sarebbe impossibile conteggiare tutte le ore impiegate in simili situazioni.
      Grazie per essere passata a dire la tua. =)
      A presto.

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  8. Per esperienza che arriva da un papà falegname e da persone in famiglia che hanno un'attività in cui si producono prodotti che nessun'altro fa: mai svalutare il proprio lavoro, mai svendere...chi è veramente interessato nell'acquistare il prodotto fatto a mano, unico e di qualità, lo compra, chi invece preferisce risparmiare si ritrova una cianfrusaglia che poi andrà nel pattume e (questione di tempo) andrà poi a comprare il fatto a mano...se ci ragiona un pò su.
    Utile il link con la formula matematica. Mio padre quando faceva un mobile calcolava il costo del materiale, il tempo impiegato moltiplicava per due e quello era il prezzo finale...alla fine chi acquistava non comprava un mobile che si gonfia appena ci rimane dell'acqua sopra, ma aveva un mobile che dura per sempre...in più aveva l'assistenza del falegname che te lo poteva riparare in caso di danno...i mobili in serie non possono esser riparati, devono esser sostituiti.
    Per cui Daniela, io ti consiglio di calcolare come nella formula ...anche se so che la tentazione di abbassare il prezzo c'è...Stavo pensando anche io di vendere i miei vasetti di vetro...e mi ponevo il dubbio del costo.
    Un saluto
    Roby

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    1. Ciao Roby, grazie per aver condiviso la tua esperienza e quella della tua famiglia.
      I conteggi precisi dei costi sono fondamentali quando si tratta di un lavoro di qualità e che produce beni che durano, come nel caso del tuo papà.
      Quando si parla di cose più piccole, magari realizzate con materiali di cosiddetto scarto, forse non tutti sono disposti a spendere quello che sarebbe il loro giusto prezzo.
      In ogni caso, quando è ben visibile che un prodotto è realizzato con competenza e professionalità, è vero che che se una persona è realmente interessata lo acquista pagandolo il giusto prezzo riconoscendone il valore.
      A presto. =)

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  9. Cara Daniela..........
    CHE ARGOMENTO!!!! Quoto in pieno tutte coloro che hanno commentato qui sopra e all'incirca siamo tutte sullo stesso piano. La CRISI, il tempo, i costi, il materiale, insomma tutte noi investiamo dei soldi prima, POI SE VENDIAMO recuperiamo qualcosa per rifare altro. Io sono nel mondo dello scrap, quindi si parla di carta, ma ogni pagina (cardstock) ha un costo che varia da 1€ a 1,50€ e quella è solo la BASE!!! Proprio in questi giorni consegnerò un album che mi hanno commissionato per la nascita di una bimba. E' un album con 24 pagine (48 facciate) tutte grandi 30,5 x 30,5, dei veri e propri layout che ho decorato, lavorato, pensato, ecc, ecc, come se fosse per i miei figli e ho calcolato più di 230 ORE di lavoro!!!!!!! Quanto dovrei metterlo??????????
    Credimi la cifra che ho in mente è davvero ridicola, se si pensa alla complessità di tutto il lavoro che ho fatto, ma almeno sono stra-sicura che chi lo riceverà ne rimarrà entusiasta!!!!!!
    Sono curiosa di leggere altri commenti!!!
    Kisssssssssssssssssssssssssssssssss

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    1. Ciao Betta, grazie per essere passata a esprimere la tua opinione.
      In certi lavori particolari le ore impiegate sono una vera e propria montagna! Ed è impossibile calcolarle tutte, quantificandole economicamente, soprattutto se ci sono ripensamenti e rifacimenti in corso d'opera. Poi c'è la personale velocità di esecuzione, che può essere maggiore o minore tra una persona e l'altra, a parità di accuratezza del lavoro.
      Ma quanto è difficile trovare una soluzione!!!
      A presto: =)

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  10. Daniela, non posso esserti d'aiuto perché io stessa ho questo dilemma. In molti casi faccio fatica a stabilire un prezzo anche per i miei lavori digitali, perché davvero c'è tanta gente che pensa che basta premere un pulsante, prelevare qualche immagine da Google e via!...
    Mi limito a dire che la tua riflessione è estremamente lucida e veritiera. E adesso mi leggo un po' di commenti :)

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    1. E' proprio un dilemma di tutte... e a quanto pare irrisolvibile, perchè ha diverse soluzioni in base allo spirito e all'intento con il quale ciascuna vende le proprie creazioni.
      E c'è sempre l'incomprensione della gente ignorante, nel senso letterale del termine, che quando non sa cosa c'è dietro un lavoro pensa che sia "roba da poco", che sarebbe in grado di fare chiunque.
      Grazie per essere passata Tine!
      Buona domenica =)

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  11. Ciao Daniela, quello che ho letto sia al link segnalato che nei commenti delle amiche è tutto vero. Non bisognerebbe svendere le proprie creazioni ma secondo me occorre fare una distinzione ovvero separare chi crea unicamente per passione e vorrebbe comunque ripagarsi il lavoro per continuare a produrre con incentivi e apprezzamento e chi ne fa un vero e proprio lavoro. Quasi tutte noi che abbiamo un blog ricadiamo nel primo caso e per quanto mi riguarda preferisco vendere a prezzi ridotti (ovviamente non inferiori al prezzo di acquisto del materiale+ un prezzo simbolico per la manodopera) onde evitare che le creazioni rimangano chiuse in un cassetto a vita con zero soddisfazione. Quest'ultima è tutto, senza di essa l'entusiasmo di creare verrebbe meno così come la passione.
    ti abbraccio

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    1. Ciao Sabrina,
      sono d'accordo con il tuo pensiero; la soddisfazione di vedere indossate e apprezzate le proprie creazioni è già una ricompensa grande e appagante.
      E tutto dipende dallo spirito e dalla finalità con i quali ci si appresta a vendere.
      Inoltre, pare un problema soprattutto italiano; all'estero l'handmade è molto più valutato e apprezzato..... forse bisognerebbe affacciarsi in quel mercato.... =)
      Buona domenica, con un abbraccio.

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  12. Questa discussione sta diventando sempre più interessante e stimolante. Sono daccordo con chi dice che va fatta una distinzione tra chi vende saltuariamente e chi lo fa per lavoro o comunque chi è solita fare mercatini o vendere in un negozio virtuale. Tuttavia credo che sia in ogni caso difficile quantificare il prezzo, pensate solo a quanto tempo ci mettete a progettare, a realizzare, ha ragione chi dice che tra errori, ripensamenti, correzioni, vanno via ore e quelle di certo non le quantifichi nel prezzo. A volte come dice Sabrina si preferisce fare prezzi bassi ma vedere le proprie creazioni indossate, comprate, apprezzate e non chiuse in un cassetto o indossate solo da noi. Quindi alla fine matematica a parte, conta il personale, quello che uno si sente....difficile, estremamente

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    1. Ciao Elena, grazie per essere tornata.
      Sono contenta che questa discussione stia diventando così vivace.... del resto, l'argomento è un tasto dolente che tocca tutte quante si occupano di handmade.
      Sto cominciando a capire che forse non c'è UNA risposta, ma che ognuna deve cercare di trovare la soluzione e la "formula" più adatta alla propria situazione.
      Ma, in ogni caso, dovremmo cercare di credere di più, noi stesse in prima persona, nella qualità del nostro lavoro.
      Buona domenica! =)

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  13. ciao daniela....hai proprio ragione...io le mie creazioni le svendo e non calcolo i costi...anche se il mio lavoro è proprio quello di calcolare ricavi, costi e spese, ma sono fatta così....chiedo giusto un minimo...se volessimo calcolare il prezzo esatto dovremmo indicare un'insieme di cose che vanno dal nostro lavoro, tempo, materie utilizzate, energia e l'idea innovativa...ma con tutto questo verrebbe un prezzo esagerato e nessuno le comprerebbe!
    ma noi siamo ripagate dalla nostra personale soddisfazione!
    ti abbraccio simona:)

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    1. Ciao Simo, chi più di te conosce la formula matematica per calcolare il prezzo giusto di vendita! Ma, come vedo nei vari commenti, quest'ultima è spesso messa da parte a vantaggio della soddisfazione che si trae, prima di tutto dal creare in sè e per sè, e poi dal vedere apprezzate e indossate le nostre creazioni.
      Forse dovremmo però imparare, prima di tutti noi stesse, a dare un valore più alto, non solo economico, alle nostre "creature".
      Un abbraccio. =)

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  14. Nooooo! Avevo scritto un commento lungo ma non è stato pubblicato!
    Dopo riprovo

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    1. Ciao Norma, in questi giorni capita spesso anche a me questa cosa.
      Ma a volte basta ricaricare la pagina per vedere "magicamente" ricomparire il commento perduto.
      Comunque, soprattutto se si tratta di commenti lunghi e articolati, io per sicurezza prima di inviare copio il testo, così se lo devo rifare perchè scompare, basta incollarlo e riprovare.
      Buona domenica, adesso leggo l'altro tuo commento. =)

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  15. Dunque stavo dicendo ...
    Per me sarebbe abbastanza facile calcolare il costo ma il fatto è che nessuno comprerebbe il mio lavoro.
    Parliamo di pittura su ceramica iim questo caso, il costo è dato da materiale (supporto bianco+colore+cottura) + mio tempo misurato in ore di lezione per farlo.
    Ed i supporti bianchi costano, parecchio.
    Infatti il materiale deve essere di buonissima qualità altrimenti nel forno di cottura ad 800° scoppiano rompendo pure gli altri lavori che stanno cuocendo assieme.
    E la qualità costa, costa molto.
    Esempio, il mio ultimo lavoro un quadro 40 x 40 di porcellana con una ballerina su sfondo nero, ho dovuto ripiegare sul piatto perché la piastra mi sarebbe costata 48€, ho speso per il piatto invece "solo" 26€, ci vogliono 2 cotture per questo dipinto da circa 10€ l'una, ho fatto fuori 2 confezioni di colore nero a 4€ l'una e ci ho messo 3 lezioni (6 ore), quanto dovrei farlo pagare? Anche solo per non rimetterci è sempre troppo.
    Allora i miei lavori li tengo per fare i regali a Natale ed occasioni varie e devo dire che come regalo sono sempre stati apprezzati, meno male perché ho letto sopra che a volte pure come regalo la gente storce il naso!
    Ho provato a vendere qualcosa ai colleghi (mercatini non ne ho mai fatti) ma è difficile, anche per lavori da 15€ dove il mio "guadagno" era di 3€ mi guardavano come se fossi pazza.
    Cosa dovrei fare?
    Ovvio, me li tengo.
    Oppure .... se mi buttassi nel business del "lusso"? Quello non conosce crisi.
    Scherzi a parte, mi ha fatto piacere conoscere le vostre opinioni ed i vostri metodi, magari ci capisco qualcosa anch'io.
    Grazie Dani per l'argomento.
    Ciao
    Norma

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    1. Cara Norma, il tuo è un settore che ha decisamente dei costi molto alti ed è uno di quelli in cui l'ignoranza (nel senso letterale del termine) dei potenziali compratori la fa da padrone.
      Soprattutto in un epoca in cui gli scaffali dei negozi e dei supermercati sono invasi da prodotti scadenti che solo ad un occhio inesperto (come lo è la maggior parte degli occhi della gente) possono sembrare di uguale qualità e fattura rispetto ad un oggetto che parte dalla massima qualità del materiale e che termina con una decorazione a mano raffinata come la tua.
      Forse le tue creazioni sono ancora più difficili da vendere al loro giusto prezzo, rispetto ad altre categorie di oggetti, proprio perchè non si può prescindere da costi fissi di partenza impossibili da ridurre.
      Ma l'idea di buttarti nel mercato del lusso non è mica male, sai? Le tue ceramiche fanno sempre un figurone e tu sei bravissima. Magari all'estero, sarebbero maggiormente apprezzate, dove il gusto del "fatto a mano", è più spiccato rispetto a quello nostrano.
      A presto. =)

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  16. Ciao Daniela, che argomento spinoso! Io mi pongo mille problemi ogni volta che devo decidere il prezzo delle mie creazioni e ancora non ho trovato un metodo che mi vada del tutto bene. Sono d'accordo con le altre che hanno detto che il tempo è difficilmente quantificabile e varia da persona a persona: io sono lenta di mio poi se in corso d'opera una creazione non mi convince mi capita di smontarla e rifarla anche daccapo...in questi casi mettere 10 euro o più all'ora come nel post di Alessia mi sembra un po' esagerato.
    Per adesso io calcolo il costo del materiale e poi moltiplico per 2,5: questo risultato lo ritocco togliendo o aggiungendo qualcosa. Sono ancora in cerca di una regola fissa!
    Buona domenica! :)

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    1. Grazie Elsa, per essere passata a condividere la tua esperienza.
      Mi pare un buon metodo.... mi sembra il minimo ed essenziale rientrare almeno nelle spese e guadagnarci qualcosina!
      Buon pomeriggio. =)

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  17. In questo paese il problema principale sono tasse e burocrazia, che soffocano ogni buona iniziativa.Un abbraccio

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  18. Argomento molto interessante e vasto. Secondo me varia molto in base a quello che fai. Io faccio principalmente cose con la carta (card varie) e i prezzi che ho messo su Miss Hobby sono in linea con i biglietti che si comprano in cartoleria.
    Interessante la formula matematica, non avevo pensato a tutto quello che viene scritto. Ad esempio io non moltiplico per due... Semplicemente aggiungo al materiale qualcosa in più (tipo se ho speso 1,5 € il biglietto lo faccio costare 2€, cifra tonda).
    Poi io sono lenta nel fare le cose, se dovessi contare le ore che ci metto...addio speranze di vendita. Inoltre come diceva qualcuno sopra ci sono sempre le spese di spedizione da tenere in considerazione che ad esempio a me danno molto fastidio quando devo comprare online!
    Insomma, ho capito che la tendenza di noi creative è quella di chiedere sempre meno di quello che valgono le nostre creazioni.
    E ognuna di noi si regola, sapendo che cosa dovrebbe chiedere e chiedendo in definitiva quello che ci si aspetta venga chiesto.

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    1. Ciao Anna, grazie per aver dato il tuo contributo alla discussione e aver condiviso la tua esperienza. =)

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  19. io mi sono sottostimata, però ho creato una linea "basic" a poco costo, per il resto che sto realizzando sommo il costo materiale, l'imballo e il costo della spedizione e ho un primo prezzo da cui non ricaverei nulla, perciò calcolo a occhio e croce quanto vorrei guadagnarci. Per esempio prendiamo una card, se mi costa 1euro, con imballo e spedizione 2,finita la farei pagare 3,50/4euro.
    La stessa cosa non vale per creazioni un po particolari o in cui uso materiali con scarsa reperibilità, in cui sommo il loro prezzo con un'aggiunta.
    Certo andrebbe calcolato anche il prezzo per il tempo che si impiega a realizzare una creazione e l'idea che c'è dietro ma per me queste due variabili contano fino ad un certo punto.

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    1. Grazie Laura per aver contribuito alla discussione con la tua esperienza personale. =)

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  20. Argomento bollente! Concordo con i commenti lasciati sopra. La formula matematica va bene ma sono tanti gli altri fattori da considerare. Tra questi l' ignoranza sul fatto a mano,dato che molti non conoscono il suo valore. Spesso mi capitano richieste che pretendono che io svenda ciò che creo.Se dovessi considerare solo il tempo che impiego...le mie creazioni avrebbero prezzi davvero alti. Come dici tu, la passione che abbiamo ci aiuta a sopperire i mancati giusti guadagni.
    Bacioni
    Alessandra

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    1. Ciao Alessandra, mi sembra proprio di capire, dai vostri commenti, che il fattore da valutare in modo meno fiscale (anzi, con le pinze!) sia proprio quello del tempo impiegato per realizzare gli oggetti.
      Grazie per avere espresso la tua opinione.
      Un abbraccio. =)

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  21. Non credo che i commenti aiuteranno a dissipare la matassa... E' un argomento veramente delicato! Personalmente faccio fatica a usare la formula matematica perchè è difficile attribuire un prezzo al materiale dato che spesso utilizzo cose che avevo già in casa e non le acquisto apposta. C'è poi il costo della vernice per esempio... Per un progetto non è detto ne serva una latta intera...e magari nemmeno metà... Boh...è un casino! Io mi baso molto su quel che dicono i clienti... Guardo dove cade l'occhio, quali sono i prodotti più amati e magari alzo un pò il prezzo di quelli compensando il prezzo di altri... Sabato prossimo partecipo ad un mercatino...poi vi dico! Baci

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    1. Ciao Faby, la tua mi sembra un'ottima strategia di mercato: è giusto alzare un po' il prezzo di ciò che "funziona" di più.
      In bocca al lupo per il mercatino! =)

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    2. il tuo è un buon compromesso
      (a proposito, scopro ora il tuo blog ed è bellissimo, sono già tua follower) :-D

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  22. E' un argomento piuttosto ostico questo..Diversi anni fa , parlo degli anni ' 90 , lavoravo con le paste modellabili e i fiori essiccati ..Ero appoggiata ad un negozio presso il quale avevo potuto frequentare svariati corsi , per imparare le tecniche di composizione del fiore secco e fresco . E sempre grazie a questo negozio potevo vendere i miei lavori in conto vendita...Andavano a ruba , non c'era nessun problema di rimanenza ma quel che guadagnavo , tolto ciò che si tratteneva il negoziante , era ben poco. Così ho provato a vendere da me...e il momento di stabilire il prezzo era sempre un problema...mi tenevo al di sotto , per timore di non vendere.e devo dire che per diversi anni ho avuto dei buoni riscontri...Ma resto dell'idea che il gioco non vale la candela...tutto il lavoro che c'è dietro , rimanere alzata fino alle tre di notte per ultimare bomboniere , passare ore nei negozi all'ingrosso per trovare i materiali migliori...inventarsi cose nuove , per poi ricavare sempre poco ..Una grande soddisfazione , poter dare libero sfogo alla propria fantasia ma sicuramente anche diverse umiliazioni e certamente un guadagno non tale da permettermi di vivere....Ora creo per passatempo , ho abbandonato " le composizioni floreali e le paste modellabili " , qualcosina lo vendo ancora , più spesso regalo cio' che faccio . Vorrei provare anch'io ad aprire un negozietto virtuale...anche perchè le creazioni si accumulano..in quel caso scoprirò presto come funziona!!!!!!! Un bacione Dany e grazie per questo post interessante che ci ha offerto la possibilità di dare la nostra opinione.

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    1. Grazie a te Mirtilla, per aver condiviso la tua esperienza. Anch'io mi devo decidere con l'apertura del negozio.... non fosse altro che non so più dove mettere la roba!
      Un bacione. =)

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  23. ciao Dani, anch'io ho letto il post di Alessia e l'ho trovato davvero molto interessante
    Anni fa avevo un negozio di abbigliamento per bambini dove qualche amica e conoscente lasciavano i loro lavoretti handmade (in quel caso erano capi per bambini, dai bavaglini ricamati ai maglioncini ai vestitini) ma non riuscivo a piazzarli perchè le clienti li ritenevano troppo cari, e quindi ho dovuto consigliare alle makers di venderli in posti specializzati di fatto a mano
    il prezzo lo stabilivano in base all'importanza che davano ai lavori: se li facevano per hobby nel tempo perso costavano meno di chi li faceva per ricavarci uno stipendio o qualcosa di che vivere, cercavano di risparmiare sui materiali dai fornitori più convenienti ma a volte non è possibile, ed anche il valore del proprio tempo era dato da una valutazione personale, credo che sia per questo che si trova molta differenze di prezzo tra prodotti simili

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    1. Ciao Carmela, grazie per aver portato la tua esperienza professionale e personale.
      A presto! =)

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  24. Sarà che io e la matematica siamo come il diavolo e l'acqua santa, ma secondo me le formule fisse spesso ingabbiano e non portano a nulla. Tutto dipende dal bacino di utenza e poi non basta, può darsi che un un grosso bacino d'utenza si venda meno e meno bene che in un piccolo centro dove la poca gente che c'è ha, magari inaspettatamente,ha la sensibilità di apprezzare il "fatto a mano". Non ci sono regole fisse nè formule magiche Dani...io in genere calcolo quello che potrebbe essere la spesa viva per il materiale utilizzato e aggiungo un 20%...farò bene, farò male chi lo sa...so solo che nessuno sinora ha trovato care le mie creazioni, mentre molti si sono stupiti del prezzo, a loro parere basso. Sono sempre combattuta fra paura di apparire venale e il timore di svilire il mio lavoro...non c'è una risposta al tuo quesito Dani...puoi solo fare tesoro dell'esperienza di ognuna di noi per poi scegliere "l'incertezza" che ti convince di più.....:))))...ti voglio tanto bene
    Gabriella

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  25. Io non vendo nulla quindi non parlo per esperienza...ecco ho la sensazione che la formula matematica non consideri una variabile che secondo me è importantissima ovvero il grado di novità, originalità del prodotto che si vende. Supponiamo che io lavori a maglia un maglione semplicissimo e lineare e ci impiego 2 giorni di 8 ore (non ho idea di quanto ci voglia...), allora secondo e supponiamo che un'altro faccia un cappello a maglia con un modello superoriginale che ha creato lui e ci impieghi 4 ore. Secondo la formula dovrei pagare molto di più il maglione che il cappello...e allora alla creatività non diamo valore?
    Non so se ho contribuito, forse no, perchè è complicato valutare la creatività...ma dovrebbe essere la voce più importante...forse l'unica...anzi l'unica direi.
    BBaci e complimenti per il post stuzzicapensieri ;-)) cara Dani <3

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    1. Ciao Fabiola, hai contribuito eccome!
      La creatività e l'Idea dovrebbero essere sempre al primo posto per la valutazione del valore di una creazione. Almeno per quelle davvero originali e fuori dal comune, soprattutto per i pezzi unici.
      Ma trovare una soluzione definitiva al quesito resta comunque un'impresa ardua e complicata.
      Grazie per aver lasciato il tuo pensiero.
      A presto. =)

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  26. Ciao Dany, una volta anch'io cercai di trovare una soluzione a questo problema spinoso...! Quando realizzavo gioielli utilizzando solo i cristalli e le minuterie d'argento mi regolavo semplicemente moltiplicando per due il totale del materiale. Chiaramente il tempo per realizzare un oggetto con quella tecnica era decisamente limitato...in u'ora riuscivo a fare un paio di cosette ed ero mooolto più produttiva. Ma da quando ho scoperto le perline la musica è completamente cambiata...per realizzare un gioiello posso impiegare diverse ore (e con diverse intendo mooolte, anche 20 o 30 ore), sarebbe improponibile considerare che un'ora del mio lavoro possa essere quantificata in una cifra non inferiore ai 10 euro..t'immagini quanto sarebbe il totale una volta sommato anche il costo del materiale e tutte le spese collaterali??? Per i gioielli perlinosi ho visto diversi metodi di calcolo...c'è chi dà un valore anche ad ogni singola perlina che utilizza, un valore forfettario per quel materiale non quantificabile tipo filo, colla, ecc... Però io ancora non so quale sia il metodo migliore. :(
    E per non parlare dei lavori col feltro...non sono così impegnativi come le perline, però per fare un quadretto per una nascita un pochino elaborato ci impiego almeno una settimana. Sono lenta? Mh non direi...mi definirei precisa. Osservare con attenzione ogni punto che cucio per capire se lo sto sistemando ad una distanza regolare, o controllare che le perline siano messe bene, se l'effetto che danno è quello che volevo, credo siano fattori che aggiungono qualità al mio lavoro. A me piace fare le cose bene, come sono convinta a tutte le creative...ma questa nostra pignoleria è quantificabile? Ci sono tantissimi fattori che andrebbero considerati e che però accantoniamo perchè se no il prezzo sarebbe esorbitante e non ce lo si può permettere.
    Anch'io penso che certe volte ci siano delle creative che propongono dei prezzi veramente troppo bassi, però diciamo che ognuno è libero di fare ciò che vuole. L'unica cosa che mi sento di fare per il momento è dare un valore decisamente basso alle mie ore (non lo dico perchè è davvero ridicolo...), calcolo il materiale e vedo cosa salta fuori...poi faccio qualche confronto con prodotti simili e cerco di adattare, o meglio, uniformare il prezzo. Ma credo che nemmeno questo aiuti...dal momento che quasi tutti i miei perlinosi sono in cerca di padrone.
    E un'ultima cosa a proposito di chi acquista il manufatto...secondo me è giusto stabilire prezzi medio alti perchè chi deciderà di spendere per acquistare la nostra creazione lo farà perchè l'apprezza veramente con tutti i retroscena che può immaginare. Se una persona acquista una collana da me vorrei che poi la indossasse perchè le piace, perchè ha speso il suo denaro per una cosa che voleva davvero, e non perchè la lasciasse in un cassetto e chi s'è visto s'è visto. A quel punto preferisco tenerla con me.
    Scusa Dany sono stata un po' lunga... :P
    baci Maria

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  27. Grazie Maria, per aver condiviso la tua esperienza.
    Non sei stata affatto lunga.... per un argomento come questo non bastano poche righe.
    Quello che ho capito dai miei e dai vostri ragionamenti, è che il tempo impiegato per creare è la variabile meno facilmente calcolabile e quantificabile.
    I tuoi lavori poi, sono particolarmente elaborati, precisi e minuziosi, curatissimi in ogni songolo dettaglio.... è ovvio che richiedano tantissime ore per realizzarli.... e purtroppo, come hai detto tu, non sarebbe possibile conteggiarle tutte.
    A presto. =)

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  28. Ciao arrivo qua dal Linky Party di Alex. Ho letto il tuo post e riflettuto su quanto scritto da te e dalle altre ragazze... penso sia importante dare il giusto valore a quello che si crea soprattutto quando questo richiede tanta cura, pazienza e attenzione. Non bisogna mai sottovalutare il proprio lavoro, anche se in questo momento di crisi capisco che non sia facile. Buona giornata e buona creatività a tutti. Giorgia

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    1. Ciao Giorgia, ti ringrazio per essere passata a dare il tuo parere.
      Buona giornata e buona creatività anche a te. =)
      Dani

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  29. Il problema dei prezzi è spinossissimo!!! A me una volta hanno chiesto un preventivo per un lenzuolino ricamato. Il mio preventivo comprendeva spese del materiale, spese di spedizione e manodopera tutto ben specificato ... non sono più stata ricontattata!!! Ora sto cercando di avviare un negozzietto on line e vediamo come va! Ho letto anche io il post di Alessia e per le cose che faccio io verrebbero dei prezzi veramente alti: per ricamare ci vuole tempo, i fili costano tanto e anche le spese di spedizione!!!

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    1. Eh sì, è proprio un problema spinosissimo!
      E anche di difficile soluzione, o almeno, con tante soluzioni a seconda dei diversi casi.
      Grazie per aver partecipato alla discussione. =)
      Dani

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  30. Argomento spinoso..io ho appena aperto su Misshobby, ma credo che non avrò successo..sul prezzo gravano le spese di gestione, il costo dei materiali - che x un hobbista nn sono mai convenientissimi- e il tempo...e poi ci sono le spese di spedizione...va a finire che chi cerca qualcosa online non compra più nulla! Giusto ieri ho messo in vendita una torta di pannolini a 35 euro..non me la comprerà mai nessuno..e io per farla ho calcolato che spendo più di 25 tra pannolini, biberon e cartoncino..senza calcolare l'usura delle attrezzature e il tempo...ne varrà la pena? Lo si fa per passione, altrimenti...

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    1. Credo che sia proprio la passione che ci spinge a creare e a coltivare i nostri hobby, che definire così è quasi riduttivo a volte, nononstante tutto.
      Ti faccio un grosso inboccaallupo per il tuo nuovo negozio. =)
      Dani

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  31. Il tuo post pone un problema molto interessante, ma a cui secondo me non c'è soluzione. Come avete già detto tu e molte lettrici, in genere le persone non capiscono quanto lavoro c'è dietro un oggetto e tendono a svalutarlo con il solito: "Ma cosa ci vuole a farlo?". Se questo fosse vero, perché non lo fanno loro? Il lavoro altrui, di qualunque tipo, viene sempre sottostimato.
    Faccio un esempio pratico. Io mi occupo di papercrafting, creazione di oggetti con la carta, per lo più biglietti d'auguri e album fotografici, ma anche pacchetti regalo e decorazioni.
    Una fustella per tagliare cartoncino e feltro costa dai 20 euro in su. E taglia una o due figure. Se calcolate quante figure devo avere come minimo, una parte dei conti è già fatta. Per esempio i cuori: devo avere tante dimensioni, tanti tipi di cuori, cicciotti, sottili, un po' storti, ecc. Le fustelle per tagliare l'alfabeto grande (lettere alte circa 6 cm) costano da 60 a 130 euro. Capite che se io devo fare un album per un bebé, solo fare il nome sulla copertina mi costa una media di 100 euro? Certo, le fustelle si riutilizzano, ma quanti album devo fare per ammortizzare questi 100 euro più il costo di tutto il resto del materiale?
    Qualche giorno fa ho consegnato un lavoro per una nascita, una culla tridimensionale fatta con un cartoncino effetto legno. Una confezione con quattro cartoncini di questo tipo mi costa 8 euro e la fustella per tagliare la culla l'ho pagata intorno ai 40 euro. Ho fatto una bellissima figura quando l'ho consegnata, ma non è che tutti i giorni faccio culle, perciò quando la ammortizzo?
    Prendiamo i timbri e i tamponi inchiostrati. I timbri montati su legno vanno da 5 a 18 euro, i set di quelli trasparenti dai 17 ai 24 euro. I tamponi inchiostrati costano almeno 5 euro l'uno, e ovviamente non posso avere in casa solo tre o quattro colori, ma devo avere molte sfumature di uno stesso colore. Ne avrò una trentina, penso. Poi ci sono le polverine da embossing (per l'effetto rilievo); anche quelle partono da circa 5 euro. Le cartelle per creare il rilievo a freddo partono da 12 euro. La gente queste cose non le vede, e anche se gliele spieghi non le capisce. Non sa che la carta è un materiale nobile. Pensa solo al valore della carta comune, non a quella di qualità e decorata che usano tutte le papercrafter. Quasi quasi si spende di più per quella che si usa per scopi meno nobili. Quella deve essere morbida, colorata, con la trama a fiorellini...
    In sintesi, quest'attività non verrà mai retribuita con cifre che ripaghino davvero il tempo che impieghiamo; il materiale forse sì, ma il tempo no. Penso, però, che si debba restare ferme su un punto: non svalutarsi. Poiché in genere gli altri tendono sempre a farlo, perché dovremmo farlo noi per prime?

    Mariangela

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    Risposte
    1. Ciao Mariangela, chiedo scusa anche a te, ma ho letto il tuo commento all'epoca in cui lo hai lasciato e mi sembrava di aver commentato... e invece no...
      Hai ragionissima, oltre alla difficoltà di trovare una soluzione che si adatti a tutti coloro che si occupano di creare con le proprie mani e di vendere i propri manufatti, è verissimo il fatto che siamo proprio noi a tendere a svalutare il nostro lavoro, ed è in ogni caso un grosso errore.
      Grazie per il tuo contributo alla discussione! =)

      Elimina
  32. Ciao!!!!
    E' passato del tempo da questo post, ma proprio OGGI leggendo il blog di Colori Preziosi qui sopra ha messo un link che potrebbe 'risolvere' il problema............... ;-)))
    Ti lascio il link sperando di fare cosa gradita a tutti!!! =D

    http://www.boutiquedofeltro.com/menu-noticias/149-como-calcular-preco-artesanato-feltro

    Un abbraccio e tanti................
    kisssssssssssssssssssssss

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    1. Grazie Betta!
      Avevo già letto il tuo commento ma non avevo risposto... chissà perché mi sembrava di averlo fatto.... grazie per la segnalazione! =)

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  33. rispondo anche se il post è vecchissimo, io sarò anziana ormai ma ero rimasta alla mentalità che il prodotto artigianale costava molto di più, proprio perchè si presupponeva che fosse fatto con materiali superiori e ovviamente fatto a mano
    sulla parte creativa non sempre si può parlare di creazioni di alto livello, ma in generale sono comunque creazioni uniche e perciò cose che non troverai da nessuna parte e che magari non vedrai nemmeno più replicate, questo nel tempo le trasformerà in pezzi con un certo valore creativo!
    invece mi pare che oggi con questo avvento di tutte queste piattaforme di vendita online la gente giochi (disonestamente) al ribasso, ci sono creatori che svendono totalmente le proprie cose e non capisco come facciano, che guadagno hanno? o comprano i peggiori materiali (e so che tanti comprano i materiali dai cinesi, allora tanto vale) o non sono cose veramente fatte a mano, altrimenti non mi spiego, è un mistero
    inoltre ho notato che molti su internet non comprano, perlomeno in Italia, fanno tantissimo le pulci alle creazioni, mentre poi nei negozi sono capaci di comprare le peggio cose dai cinesi pagandole anche il triplo, è una mentalità che c'è da noi e che non capisco
    Laura

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    Risposte
    1. Ciao Laura, grazie per aver dato il tuo contributo, ancor più prezioso perché so della tua esperienza con i mercatini.
      Come avrai visto, la matassa non è stata dipanata... forse è sempre più ingarbugliata anzi... e trovare il filo principale è sempre difficile.
      Ognuno si gestisce in modi diversi, a seconda delle motivazioni per cui si diletta con la creatività e delle aspettative che si pone mettendo in vendita le proprie creazioni.
      Certo è che, come dici tu, i prezzi bassissimi di alcuni creativi sono davvero un autentico mistero e che la sensibilità degli Italiani (soprattutto) riguardo al fatto-a-mano è davvero scarsa.
      A presto! =)

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  34. Bello questo sito e molto interessante! Da quando ho imparato a lavorare ai ferri durante una vacanze a merano due anni fa faccio dei bei capolavori, come sciarpe, berretti, scialli e ho avuto anche alcune offerte di vendita. Come leggo da questo blog, gli italiani non sono sensibili a tutto quello che è fatto amano. L'importante è il prezzo, meno si paga più interesse c'é. Ed è proprio qui il problema...che se calcolo quanto tempo ci impiego a fare uno scialle a filigrana e lo moltiplico per il prezzo/ora minimo mi vengono delle cifre che mai si spenderebbero. Questo mi blocca perchè allora dicono : Ma così caro? Eallora non comprano. Non capiscono che sono cose fatte a mano con filati di alta qualità!

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    Risposte
    1. Ciao Simona, grazie per essere intervenuta nella discussione.
      Il non saper più riconoscere un lavoro fatto a mano di qualità da uno dozzinale e di poco valore, è proprio uno dei punti della questione.
      Anche per questo non dovremmo svalutare noi per prime il nostro lavoro, ma riuscire a dargli il giusto prezzo.... cosa non facile come abbiamo letto fino a qui.... ;)

      Elimina
  35. Salve sono Giovanna e complimenti per l’articolo, ma volevo segnalarvi il portale Giancl Manufatti dove io stessa vendo le mie creazioni ed oltre a trovarmi benissimo con le moltissime funzionalità che offre, sono riuscita anche a vendere qualcosa tramite il sistema, completamente nuovo, che offre ovvero la pubblicazione di semplici annunci; i vantaggi? Non ho più truffe e la sicurezza diventa massima, perchè l'acquirente mi contatta privatamente nel caso in cui fosse interessato e decidiamo successivamente le modalità di pagamento, spedizione, ecc...così facendo non mi imbatto più in furbacchioni/e che mi dicono di non aver ricevuto le mie creazioni, ho la possibilità di consegnare a mano i miei pacchetti se chi ha acquistato abita vicino (vi è la ricerca per città e chi compra può cercare gli artigiani della sua zona) e molto altro!
    un misto tra subito.it ed un marketplace ma che si indirizza solo ed esclusivamente al mondo dell’artigianato!
    Poi è una piattaforma molto social, vi è la possibilità di inviare richieste di amicizia, scambiare quattro chiacchiere con la chat privata, blog personale (scrivere tutorial o ciò che mi passa per la testa), forum, foto profilo ed immagine di copertina, ecc.
    Una vera e propria vetrina virtuale!
    Il portale è http://www.gianclmanufatti.com e se vi va visitate la mia vetrina :D
    Ciaooooooooooooo

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    Risposte
    1. Buongiorno Giovanna, ogni intervento alla discussione è sempre ben accetto, ma il tema era "Come stabilisci il prezzo del tuo fatto a mano" e non ho capito come ti regoli tu.
      Ho visto invece solo una pubblicità a quel portale, che già conosco, per un precedente intervento di questo tipo.
      Inoltre facendo una ricerca nel sito con il tuo nome e cognome non ho trovato alcun negozio.
      Daniela

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