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venerdì 29 aprile 2016

Quadro Z.I.A. (Zentangle Inspired Art) + "INIZIATIVE IN CORSO" #31

Fino ad un attimo prima di scrivere quest post pensavo di intitolarlo "Quadro zentangle"; poi, per fortuna, mi sono documentata un po' e ho scoperto che lo Zentangle è una tecnica ben precisa, con degli autori ufficiali, delle regole, dei materiali specifici. 
Quello che vi mostro oggi non è opera mia, ma di Gaia, che da qualche tempo si diletta con questa affascinante tecnica di disegno consapevole che per certi versi è considerata anche terapeutica, perché rilassa, favorisce la concentrazione e sviluppa la creatività.


Ha realizzato un grande quadro (50 x 70 cm) tracciato su una pesante carta giallina con inchiostro di china; la definizione corretta per questo tipo di disegni è l'acronimo Z.I.A. che sta per  Zentangle Ispired Art, ovvero "arte ispirata dal zentangle". Questo perché non rispetta i canoni del metodo ufficiale ma si ispira liberamente a quel tipo di arte, utilizzando un diverso tipo di carta e di penne, sbizzarrendosi con diversi soggetti.
Se volete saperne di più sullo zentangle potete leggere QUI; per conoscere la differenza tra Zentangle e Z.I.A., leggete QUI.

Il quadro di Gaia ha richiesto molti giorni di lavorazione, di pazienza e di impegno; per alcuni soggetti si è ispirata a lavori visti su internet, elaborandoli però secondo il suo gusto. 
Non è la prima volta che pubblico qui le creazioni delle mie creature (Gaia 19 anni e Ilaria 12 anni); fino ad ora quasi tutti erano stati realizzati almeno in parte in collaborazione con me, ma questo è interamente opera di Gaia. Per tale motivo ho realizzato due nuovi watermark personalizzati, che da ora in poi contraddistingueranno le loro opere.

Quelle che seguono sono foto dei particolari di questo articolato disegno, cominciando dalla zona in basso a sinistra, proseguendo in senso orario per finire con il bellissimo motivo rotondo centrale.

quadro zentangle 2

Non è stato facile fotografare questo quadro, data la presenza di numerosi riflessi... spero che saprete guardare "oltre". =)))

quadro zentangle 3

Come si può notare, il disegno alterna motivi geometrici a soggetti riconoscibili, tratti più spessi e più fini, aree chiare e zone scure.

quadro zentangle 4

Quello che segue è una delle mie parti preferite, perché ritrae una giraffa, animale che mi ispira molta simpatia al quale ho anche recentemente dedicato una bacheca su Pinterest.

quadro zentangle 5

Non mancano i soggetti classici come i fiori, ma rivisitati in maniera molto fantasiosa:

quadro zentangle 6

Nella porzione che segue si trovano, tra le altre cose, un cuore e l'iniziale dell'artista:

quadro zentangle 7

Infine, il motivo circolare centrale, il più elaborato e fantasioso:

quadro zentangle 8

Bravissima Gaia!

Data la petalosa presenza dei fiori,
questo post partecipa a:


il che mi porta a parlare del secondo argomento di questo post, ovvero
la trentunesima puntata del:

decoriciclo

nel quale chiunque lo desideri può condividere le iniziative virtuali
in corso nei propri blog, 
ma anche le iniziative reali che vuole pubblicizzare.

Non ci sono regole né vincoli e non bisogna essere necessariamente
follower di questo blog.

Dato che questa raccolta si rinnova ogni 15 giorni,
(sempre di venerdì)
tutti i partecipanti possono riproporre ad ogni appuntamento
le proprie iniziative periodiche,
come per esempio le rubriche dei propri blog,
quelle sempre in vigore come le community a tema,
o quelle ancora attive nel lasso di tempo di riferimento,
ad esempio i linky party o i giveaway ancora aperti.

La frequenza quindicinale di questa raccolta serve infatti
a far sì che le proposte inserite siano sempre aggiornate 
ed effettivamente in corso.
Questa puntata inizia oggi e terminerà il 12 maggio,
per rinnovarsi il giorno dopo.

Altre informazioni si trovano nella

Prima di finire, un piccolo accenno alla raccolta:


che si chiuderà tra due settimane e che contiene tante idee cuoriciose,
soggetto sicuramente adatto per regali e pensierini
da dedicare alla mamma in occasione della
Festa della Mamma, che sarà il prossimo 8 maggio.

Venite ad aggiungere le vostre proposte
o ad ispirarvi in cerca di idee.
Per farlo, cliccate sul banner qua sopra.

A presto! =)







mercoledì 27 aprile 2016

Recupero di un vaso rotto di terracotta con un mosaico di recupero; tutorial fotografico passo passo

Nell'ultimo post avevo accennato al fatto che sono alle prese con alcuni lavori lunghi. Quello che mostro oggi è uno di questi: un vaso di terracotta rotto (in più punti) che ho recuperato riciclando pezzi di piastrelle e di stoviglie rotte, molte delle quali trovate sulla spiaggia del lago, come quelle della campana a vento di qualche post fa.


Non è la prima volta che mi cimento con questo tipo di lavoro; anni fa ho imparato la tecnica di base del mosaico grazie ad un manuale ("MOSAICI" di Elaine M.Goodwin, ed. DeAgostini, collana "Idee per creare") e il mio primo "prodotto" è stato il tavolino trovato in discarica, il secondo la fontana da giardino e poi... e poi mi sono fermata, fino ad ora. 
Il motivo è che si tratta di un lavoro piuttosto lungo, per il quale è preferibile (anche se non indispensabile) avere uno spazio dedicato da poter sporcare in libertà e nel quale poter lasciare il lavoro "apparecchiato" fino al suo completamento. Ecco perché preferisco dedicarmici nella bella stagione e all'aperto... ma bisogna contemporaneamente avere il tempo e l'ispirazione necessaria... elementi che non sempre coincidono.
Comunque, questa rara combinazione astrale si è finalmente ripetuta e questa volta ho anche fotografato le varie fasi della lavorazione, se qualcuno volesse provare questa gratificante, versatile ed antica tecnica.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 2

Per il mosaico classico ci sono un'infinità di tipi di tessere che si possono acquistare già pronte; io però preferisco usare (come sempre) materiali di recupero, anche se presentano la difficoltà di non avere spessori e consistenze uguali. Ma in questo caso, questo aspetto mi è tornato persino utile.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 3

Infatti, il mio vaso presentava  delle profonde crepe e scheggiature; così ho cominciato proprio da quei punti ad incollare i cocci più spessi. In generale, per incollare le tessere da mosaico, si possono usare diversi tipi di colla, da quella vinilica a quella tipo "attacca-tutto", fino a quelle cosiddette "di montaggio".
Per i mosaici su superfici piane vanno benissimo le prime due, mentre per quelli su superfici curve e/o tridimensionali (come quella del vaso in questione) sono più indicate le ultime perché hanno una presa con effetto "a ventosa", che mantiene in posizione la tessera pur rimanendo riposizionabile per qualche minuto.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 4

Per tagliare e sagomare le tessere, in modo da adattarle allo spazio da ricoprire, si può usare una tenaglia o, meglio ancora, la pinza per mosaico (che io però non ho mai trovato), ovvero una sorta di tenaglia con un molla tra i manici. In entrambi i casi... seguite il consiglio della foto qua sopra. ;)

vaso terracotta con mosaico ricicloso 5

Bisogna ricoprire tutta la superficie incollando le tessere, senza preoccuparsi troppo se si vede la colla tra una e l'altra, tanto poi le fughe verranno riempite con la malta. Per questa operazione bisogna attendere che la colla sia completamente asciutta, cioè almeno qualche ora, ma leggete le indicazioni riportate sulla confezione.
Le tessere si possono disporre in modo regolare, tagliandole in forme e grandezze simili, soprattutto se si intende comporre un disegno o una geometria; oppure si possono accostare in modo irregolare se, come in questo caso, lo scopo principale è quello di riciclare materiali di recupero e creare un semplice accostamento di forme, colori e fantasie diverse.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 6

Una volta che la colla si è completamente asciugata, si passa a stuccare le fughe, cioè gli spazi tra una tessera e l'altra; più saranno distanziate e più si avranno fughe di larghezza maggiore, e viceversa.
Bisogna preparare una malta seguendo le proporzioni indicate nella foto qua sopra; in una ciotola si mescolano tra loro prima i due ingredienti secchi, a parte si prepara la miscela di acqua e colla vinilica, e poi la si versa nella polvere di sabbia e cemento impastando velocemente con una cazzuola, oppure con le mani protette dai guanti. La colla vinilica è indispensabile per far sì che la malta aderisca su superfici alle quali normalmente il cemento non si attacca, come per esempio il legno.
Ovviamente, per tutte queste operazioni, è meglio utilizzare recipienti e strumenti da dedicare solo a lavori creativi, oppure usa&getta.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 7

La malta ottenuta deve avere una consistenza piuttosto densa; se fosse troppo liquida potrebbe creparsi in fase di asciugatura, ma se fosse troppo dura farebbe fatica a riempire profondamente le fessure tra i cocci.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 8

Per mosaici su superfici piane la malta può essere stesa con strumenti come spatole o tergi-vetro; per oggetti tridimensionali e soprattutto con tessere di spessori diversi, è meglio applicarla direttamente con le mani protette dai guanti, spalmandola su tutta la superficie, "massaggiando" bene e insistendo sulle fughe per farla penetrare in profondità.
Una volta ricoperta tutta la superficie, bisogna cercare di rimuovere l'eccesso di malta in corrispondenza delle tessere e di livellare il più possibile le asperità tra una e l'altra, soprattutto in caso di cocci con spessori diversi.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 9

A questo punto, la parte più lunga del lavoro è conclusa; bisogna aspettare i tempi necessari per la completa asciugatura della malta, che deve avvenire lentamente per evitare eventuali crepe. Per questo motivo si lascia riposare il mosaico coperto da un foglio di plastica (io ho usato un sacco della spazzatura) per 3-4 giorni.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 10

Trascorso questo tempo, si può scoprire il lavoro e lasciare ancora a riposo per altri 1-2 giorni. Si presenterà però con le tessere velate da una patina di cemento, come si vede nella foto qua sopra.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 11

Per rimuoverla, bisogna spennellare tutta la superficie con una soluzione di acqua e acido cloridrico molto diluita, preparata seguendo le dosi indicate nella foto qua sopra. Il pennello appare rosso perché è vecchio e usato per precedenti lavori, ma la soluzione è completamente trasparente.
E' bene ricordare le seguenti precauzioni di impiego:
- proteggere il piano di lavoro, le mani, gli occhi e gli abiti,
- usare strumenti e recipienti usa&getta o dedicati esclusivamente a lavori di bricolage,
- eliminare immediatamente eventuali residui della soluzione,
- ripulire subito dopo l'uso strumenti, recipienti e piano di lavoro.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 12

La soluzione per la pulitura del mosaico ha un effetto blandamente effervescente che scioglie la patina di cemento; può essere necessario però agire anche meccanicamente strofinando una spugnetta abrasiva (da usare solo per questi lavori), soprattutto in caso di superfici ruvide ed irregolari, come nel caso dei miei cocci riciclati.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 13

Una volta ripulito il mosaico, è necessario sciacquarlo molto bene con abbondante acqua corrente in modo da eliminare completamente qualsiasi residuo della soluzione di pulitura.

vaso terracotta con mosaico ricicloso 14

E finalmente il lavoro è terminato; la cosa bella è che il mosaico ha una lunga durata, è resistente, è adatto sia per ambienti interni che esterni, e non ha bisogno di particolari manutenzioni e cautele.

Io userò questo vaso come piedistallo di un altro vaso, e per questo motivo l'ho fotografato sempre in posizione capovolta e non mi sono preoccupata troppo di rifinire in modo più preciso i bordi. Ma i bordi sono il punto più delicato di qualsiasi mosaico, quindi è bene porre attenzione a compattare e livellare bene la malta, soprattutto se il vaso decorato in questo modo sarà soggetto a spostamenti frequenti o se semplicemente avrà i bordi in bella vista.

Allora, vi è venuta voglia di provare?
A presto! =)



lunedì 25 aprile 2016

Cestino di spago e cotone, con i manici ad anello e la base di sughero

Nuovo cestino realizzato con la tecnica dello spago inglobato nel cotone; anche questo, come l'ultimo pubblicato, ha due manici e la base costituita da una lastrina di sughero.


Ho scelto un filato di cotone nero, colore nettamente in contrasto con quello dello spago che, secondo me, gli conferisce un aspetto interessante.

cestino spago, cotone, sughero e anelli tende 2

Per dare consistenza alla struttura dei manici, e allo stesso tempo per inserire un elemento decorativo, ho posizionato nell'apertura due anelli di metallo reggi-tenda.

cestino spago, cotone, sughero e anelli tende 4

Per farlo, ho lavorato un giro di maglie basse che comprendono contemporaneamente sia lo spago che l'anello di metallo, in fase di "costruzione" del cestino; poi, una volta terminato, ho rinforzato sia l'apertura dei manici che i punti di contatto con l'anello con un ulteriore giro a maglia bassa.

cestino spago, cotone, sughero e anelli tende 3

Quello di oggi è un breve post, perché sono alle prese con un paio di lavori lunghi.
Se vengono bene, saranno i protagonisti di prossimi articoli.

A presto! =)


giovedì 21 aprile 2016

Come ho ri-organizzato la mia ferramenta da tavolo

Non so se questo argomento meriti un post tutto suo, dato che non ho certo fatto nessuna scoperta epocale, né ho fatto chissà che lavoro. Ma anche questa ri-organizzazione rientra nel programma di recuperi-ricicli-rinnovamenti che sto pian piano mettendo in atto con alcuni mobili e oggetti di casa mia. Ho iniziato con il ringiovanimento del "mobile Cammello", ho continuato con il "tavolino fuso & tappato"... e altre cose che sono in corso d'opera. 

Oggi vi mostro dunque la mia ferramenta da tavolo.


Tutti gli attrezzi che vedete erano già contenuti nella medesima scatola di latta in cui sono stati ri-sistemati, ed è essa stessa un riuso, dato che era la confezione di una colomba pasquale di qualche anno fa. Il fatto è che prima erano "buttati" nel contenitore tutti alla rinfusa e ogni volta che ne serviva uno dovevo rovistare e perdere un sacco di tempo.

riorganizzazione ferramenta 2

Soprattutto le pinze erano le più problematiche, perché hanno l'antipatica abitudine di impigliarsi e arrotolare attorno a sé tutti i rimasugli di fili, spago, catene, ecc...
Posizionate "a cavallo" del bordo della scatola sono sempre ordinate, in bella vista, e posso scegliere con un colpo d'occhio quella mi serve a seconda delle situazioni.

riorganizzazione ferramenta 5

Anche le forbici non scherzano con la capacità di imbrigliarsi da sole con quanto hanno intorno; riunite tutte nel barattolo alto, anche loro si lasciano scegliere con immediatezza, a seconda che mi serva quella per la stoffa (dritta o a zig-zag), quella per la carta, quella multi-lama, ecc...

riorganizzazione ferramenta 4

Sempre in tema di taglio, ecco il barattolo dei taglierini grandi e piccoli, con le relative lame di ricambio... che quelle non si trovano mai quando servono. E vi si è intrufolata anche una colla stick, perché sa che può sempre servire.

riorganizzazione ferramenta 7

Un barattolo alto (uno strano coso, un vecchio utensile di metallo con dei micro-fori, che non so a cosa servisse) contiene gli attrezzi più lunghi e pesanti, come la tenaglia e il perforatore per cuoio e pelle, che io uso anche per la plastica e la simil-pelle. E c'è spazio anche per un righello con matita incorporata.

riorganizzazione ferramenta 6

In un angoletto ha trovato spazio la spugnetta che uso insieme al piccolo punteruolo, che utilizzo (per esempio) per accennare i buchi nei foglietti acchiappa-colore prima di lavorarli all'uncinetto.

riorganizzazione ferramenta 8

E poi ci sono le bobine e le matasse di filo metallico, più altri rocchetti di cordini e fettucce varie: tutti sistemati in una borsettina rettangolare di plastica, gadget pubblicitario di una marca di abbigliamento, alla quale ho tagliato via la patella di chiusura.

riorganizzazione ferramenta 9

E infine ci sono le molle e i piccoli segmenti di filo metallico, avanzati dall'uso dei soggetti protagonisti della foto precedente, che prima giravano sempre per la scatola "arruffata" disperdendosi. Ora sono raccolti in un ex barattolo di talco, al quale ho tagliato la parte superiore facendolo diventare un barattolino. Da notare anche il super-vintage mini trapanino a mano, del quale si vede l'impugnatura di legno, che era di mio nonno e forse addirittura fatto da lui, mi pare.

Devo dire che non ho badato molto (anzi, non vi ho badato per niente) all'aspetto decorativo di questo insieme, ma più che altro alla praticità di utilizzo, e al riuso di barattoli e scatole come contenitori e separatori.
E poi, è tutto già così colorato e allegro... che mi piace così.

A presto! =)



martedì 19 aprile 2016

La terza vita di un povero tavolino abbandonato, e breve storia delle precedenti

C'era una volta, taaaaanti anni fa (non si sa quanti, ma di sicuro tanti), un anonimo tavolino bianco di plastica, di quelli che si usano nei déhors dei bar e dei ristoranti. Dopo anni di (immagino) onorato servizio, dopo essere stato esposto alla forza deleteria degli elementi e all'usura del lavoro, il poverino si ritrovò con il piano tutto scolorito e rovinato. Pur avendo la struttura ancora solida e robusta, una sera di una quindicina di anni fa venne abbandonato al di fuori del locale, insieme ad altri sfortunati rifiuti ingombranti, per essere prelevato e portato in discarica il mattino seguente.
Nottetempo passò da quelle parti una riciclatrice in erba, lo adocchiò immediatamente notando le sue potenzialità non ancora esaurite. Se lo portò a casa e si mise all'opera, armata di abbondante colla vinilica e carta di giornale, e lo rivestì interamente con il découpage.

Purtroppo non rimane testimonianza fotografica della prima anonima e bianca vita di questo prode tavolino, ma alla fine della seconda era così come si vede nella foto qua sotto.... ma si può soltanto immaginare lo splendore del suo nuovo (all'epoca) "vestitino quotidiano":


Non bastava che, nonostante la lunga e laboriosa ristrutturazione, fosse stato di nuovo impietosamente esposto alle intemperie e trattato con poca cura, ma gli toccò subire un ulteriore grave sfregio. Fu così che, una domenica dello scorso autunno, a tre furbacchioni di mia conoscenza venne l'idea di fare le caldarroste; e "cosa c'entra?!?" direte voi... "c'entra eccome!!!" dico io... perché, dato che quel giorno pioveva, invece di posizionare il braciere con la legna dentro al barbecue in muratura situato in giardino, decisero di appoggiarlo sul povero bistrattato tavolino... per rimanere (loro) riparati dalla pioggia sotto il balcone. E il risultato fu questo:

tavolino tappi di sughero 3

Tavolino fuso, sciolto, bucato... praticamente inservibile... oltre che orrendo. La voce unanime dei tre di cui sopra fu "Buttiamolo!" e io "Giammai!". Dopo essere stato pietosamente coperto per qualche mese, in attesa dell'idea e dell'ispirazione al fine di trovare una adeguata soluzione, ecco come l'ho recuperato e fatto rinascere alla sua terza vita.

tavolino tappi di sughero 4

Ho grossolanamente tappato la voragine con un pezzo di una tovaglietta americana avanzata da un precedente lavoro, incollandola con la colla a caldo.

tavolino tappi di sughero 5

Ho steso un'altrettanto grossolana mano di fondo bianco, solo per uniformare il colore della base perché non spiccasse l'arancione della toppa, e ho cominciato ad incollare mezzi tappi di sughero, di bottiglie, bottiglioni e damigiane. Fino ad ottenere questo:

tavolino tappi di sughero 6

E, non contenta, ho continuato con questo:

tavolino tappi di sughero 10

Praticamente, l'ho rivestito completamente di tappi di sughero.


Il tavolino è soddisfatto del suo nuovo rustico vestito... e io di questo lungo lavoro appena finito.

Dato che questo post è venuto molto più lungo del mio standard... mi fermo qui; ma chi lo desidera può vedere altre foto dei particolari nel mio Flickr.

A presto! =)

P.S. il mobiletto di legno che si intravede sullo sfondo,
appena restaurato e munito di tendina super riciclosa,
è il protagonista del post precedente: chi se lo fosse perso... può cliccare QUI.


domenica 17 aprile 2016

Nuovo look per un vecchio mobile

Più che di un rifacimento vero e proprio del look, si tratta di una semplice rinfrescata. L'oggetto del trattamento è un vecchio mobile, il primo che io e mio marito abbiamo acquistato all'inizio della nostra vita insieme. Ha anche un nome/soprannome: è sempre stato chiamato "il cammello", in riferimento all'italianizzazione del suo quasi impronunciabile nome svedese. 


Peccato che fosse un mobile porta-televisione... che non è però stato usato per la sua funzione specifica; appena l'abbiamo portato a casa e montato, ci siamo infatti subito resi conto che non c'era posto per lui nel luogo in cui l'avevamo immaginato.
Così è stato impiegato per altri usi, fino a qualche tempo dopo, in cui ha finalmente svolto il lavoro per cui era nato, nella nuova casa; ma solo per un breve periodo... poi è stato relegato all'esterno, a custodire i giochi da giardino (racchette varie, pattini a rotelle, ecc...) in una posizione riparata ma pur sempre esposta alle intemperie.

Questo resoconto della sua vita ventennale, serve per spiegare come mai si fosse così tanto rovinato; il piano superiore era infatti tutto scolorito, macchiato e ammaccato... come si vede nella prima foto qua sotto:

mobile cammello 2

Abbiamo dunque provveduto al più veloce dei recuperi: una bella carteggiata, indispensabile per togliere i residui della verniciatura originaria e le macchie penetrate nella superficie, e una bella passata di cera neutra sul legno tornato di nuovo grezzo.

mobile cammello 3

Io sono una grande sostenitrice della cera semi-solida usata come finitura al posto della vernice trasparente, e l'avevo utilizzata anche per la cassa di legno porta-bomboniere.
Mi piace usarla perché è veloce da stendere; basta uno straccio qualsiasi per spalmarla seguendo il senso delle fibre del legno e un panno (meglio se di lana) per lucidare strofinando in senso circolare.
Ma la caratteristica più pratica è che non è necessario attendere tempi di asciugatura, se non qualche minuto per far sì che la cera penetri bene.
Inoltre, il legno così trattato, è perfettamente liscio al tatto, protetto dagli agenti atmosferici e dalla polvere, ma allo stesso tempo traspirante; assume inoltre una gradevole tonalità leggermente più intensa di quella di partenza e vengono esaltate le naturali venature. Inoltre ha un intenso e persistente profumo di pulito.
Si può usare sia su legno grezzo, che su legno trattato con impregnanti; a me piace usare quella di colore neutro, ma esiste anche in varie tonalità che riprendono le essenze dei vari tipi di legno.

Come dicevo all'inizio del post, l'attuale destinazione d'uso del nostro "cammello" è quella di contenere i giochi da giardino; il che significa che è... sempre in disordine. Per questo motivo ho aggiunto una tendina nella parte inferiore, lasciando libero il cassetto centrale perché possa essere utilizzato.

mobile cammello 4

La cosa che mi soddisfa maggiormente di questo accessorio è che è composto totalmente da materiali di recupero.
La stoffa era quella di alcuni copri-divano, che ho usato anche per la cornice etnica e per il retro dei "quadri animati" di carnevale.
Il bastone di bambù era quello di un retino rotto.
E infine ho usato le molle delle mollette da bucato in una duplice funzione: sia come sostegno del bastone, con un chiodo passante nella spirale di metallo e conficcato nel mobile, sia come anelli porta-tenda, in abbinamento alle pinzette con gancetto, rimaste sprovviste degli anelli veri e propri ai quali erano associate.

Ora, il "cammello" porta ancora qualche segno del tempo passato, ma fa parte del suo fascino e della sua storia, e la tendina non ci convincerà a tenerlo in ordine... ma almeno nasconderà il disordine.

A presto! =)


venerdì 15 aprile 2016

Espositore di cartoncino per collane fai-da-te, con schema e misure + "INIZIATIVE IN CORSO" #30

Avevo visto un po' di tempo fa un  espositore per collane come questo in un post su DcomeDonna, ovviamente lo avevo subito pinnato e mi ero ripromessa di provare a realizzarlo. 


Nel post originario c'era anche uno schema disegnato su carta millimetrata; facevo un po' fatica ad individuare le misure precise e allora l'ho riprodotto a modo mio, andando un po' ad occhio e modificando un po' la forma del collo. L'ho infatti realizzato un pochino più alto e più largo, in modo da poter usare l'espositore anche per fotografare altre cose, come per esempio uno scalda-collo.

espositore collane cartoncino 2

Ecco qua sopra quindi il mio schema, con le misure delle varie parti espresse in centimetri; riportandolo su un cartoncino rigido si può ritagliare e usare come dima per riprodurre diversi espositori.

Le linee tratteggiate non vanno tagliate ma solo piegate; in pratica si ritaglia solo il perimetro esterno. I puntini neri in basso, sia a destra che a sinistra, indicano il punto in cui forare per far passare uno spago, una cordicella o un elastico per tenere l'espositore in posizione.

espositore collane cartoncino 3

A seconda dello spessore del cartoncino si otterrà un espositore più o meno robusto e più o meno stabile; io ho provato con diversi tipi di cartone di recupero, da quello degli scatoloni da imballaggio a quello delle pagine di un catalogo di tessuti per l'arredamento, quello della foto qua sopra.

Con il cartone più spesso si ha una buona rigidità ma si fa fatica a piegare le linee curve nei punti segnati; con quello più sottile si taglia e si piega agevolmente, ma non si ottiene la robustezza necessaria. Si può ovviare a questo problema come alla fine ho fatto io: sovrapporre diversi strati incollandoli tra loro.

Io ho usato come base il cartoncino dei campionari e l'ho rivestito con un foglio di cartoncino bianco ondulato: In questo modo, lo strato esterno è anche già provvisto di una finitura dall'aspetto gradevole; nel caso si usasse del normale cartone si potrà poi provvedere a dipingere la superficie a vista, oppure a rivestirla con della stoffa o della carta adesiva, o a decorarla con il découpage o con altre tecniche a piacere.


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E ora, via alla trentesima puntata del linky party quindicinale

decoriciclo

nel quale chiunque lo desideri può condividere le iniziative virtuali
in corso nei propri blog, 
ma anche le iniziative reali che vuole pubblicizzare.

Non ci sono regole né vincoli e non bisogna essere necessariamente
follower di questo blog.

Dato che questa raccolta si rinnova ogni 15 giorni,
(sempre di venerdì)
tutti i partecipanti possono riproporre ad ogni appuntamento
le proprie iniziative periodiche,
come per esempio le rubriche dei propri blog,
quelle sempre in vigore come le community a tema,
o quelle ancora attive nel lasso di tempo di riferimento,
ad esempio i linky party o i giveaway ancora aperti.

La frequenza quindicinale di questa raccolta serve infatti
a far sì che le proposte inserite siano sempre aggiornate 
ed effettivamente in corso.
Questa puntata inizia oggi e terminerà il 28 aprile,
per rinnovarsi il giorno dopo.

Altre informazioni si trovano nella

A presto! =)